Tumore ai polmoni, nuove speranze
grazie all’immunoncologia
Cambia la storia naturale del tumore del polmone, una delle neoplasie più frequenti. Grazie all’immunoncologia, un nuovo approccio che ha già evidenziato risultati significativi nel melanoma. Il 51% dei pazienti colpiti da tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) non squamoso metastatico e trattati con nivolumab è vivo ad un anno rispetto al 39% con chemioterapia. Il dato emerge dallo studio CheckMate -057, presentato al 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) in corso a Chicago fino al 2 giugno.
“Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione in uno dei tumori più difficili da trattare, sia per la rapidità di evoluzione che per la scarsa risposta alle terapie convenzionali – spiega Lucio Crinò, direttore dell’Oncologia medica all’Ospedale di Perugia e membro dello Steering Committee internazionale dello studio -. I risultati, in termini di aumento di sopravvivenza, ottenuti in questi pazienti non erano mai stati registrati in precedenza. Infatti una delle poche terapie disponibili finora era costituita da docetaxel, un farmaco chemioterapico, che offriva benefici modesti con rilevanti problemi di tossicità”.
Nel 2014 in Italia si sono registrate 40.000 nuove diagnosi (circa il 30% fra le donne): rappresentano l’11% di tutti i nuovi casi di cancro nella popolazione generale. “I dati a disposizione sono ancora poco maturi per poter parlare di lungosopravviventi in questa neoplasia grazie all’immuno-oncologia – continua Crinò, che è anche coordinatore delle Linee Guida sul tumore del polmone dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -. Ma, alla luce della tendenza già vista in precedenti studi condotti con questa nuova arma nel melanoma, è molto probabile che queste percentuali di sopravvivenza si mantengano anche negli anni successivi”.
I risultati dello studio CheckMate -057 con nivolumab dimostrano per la seconda volta l’efficacia dell’immuno-oncologia nel tumore del polmone. Il farmaco infatti è già stato approvato dall’ente regolatorio statunitense (FDA, Food and Drug Administration), il 4 marzo scorso, per il trattamento dei pazienti con NSCLC squamoso metastatico in progressione durante o dopo chemioterapia a base di platino. L’FDA ha rilasciato questa decisione molto prima della data prevista, il 22 giugno 2015. Si è trattato di un iter particolarmente veloce, perché giunto dopo solo tre giorni dall’aver accettato ufficialmente di rivedere la domanda di registrazione presentata da Bristol-Myers Squibb. Infatti lo studio alla base dell’approvazione di nivolumab ha mostrato un vantaggio così rilevante in termini di sopravvivenza da indurre l’autorità regolatoria americana ad approvare questa indicazione in soli tre giorni. È la prima volta che si verifica un’approvazione così veloce in oncologia.