Chirurgia dell’obesità, è italiano lo studio più lungo al mondo
Si tratta dello studio più a lungo termine condotto fino ad oggi, a livello mondiale, coordinato dell’Azienda Ospedaliera San Paolo – Polo Universitario di Milano, e pubblicato sulla rivista americana Surgery for Obesity and Related Diseases, organo ufficiale dell’American Society for Bariatric and Metabolic Surgery.
L’artefice e autore di riferimento di questo straordinario lavoro lungo 13 anni è il professor Antonio Ettore Pontiroli, Direttore della Unità Operativa di Medicina II dell’A. O. San Paolo “Gli effetti benefici della chirurgia dell’obesità sono di gran lunga superiori ai rischi e permangono per almeno 13 anni: non riguardano solo il diabete, ma anche la pressione arteriosa e varie manifestazioni della malattia aterosclerotica”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità come un’epidemia globale definita “condizione caratterizzata da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute”.
La medicina moderna inquadra l’obesità come una vera e propria malattia in quanto ad essa sono associate diverse condizioni patologiche a carico di vari organi ed apparati comunemente indicate come sindromi metaboliche; combinazioni di disturbi medici che comprendono diabete mellito di tipo 2, ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia, retinopatia diabetica, tolleranza al glucosio, resistenza all’insulina e malattie cardiovascolari.
Lo studio condotto dal prof. Pontiroli ha coinvolto 174 pazienti ed è il primo studio a lungo termine di follow- up controllato su valutazioni antropometriche, controllo metabolico e progressione clinica delle complicanze del diabete e di malattie cardiovascolari nei pazienti con obesità patologica (indice di massa corporea, BMI > 35 kg/m2), sottoposti a LAGB (Laparoscopic Adjustable Gastric Banding) in confronto con il trattamento medico.
Nel periodo compreso tra il 1995 e il 2003, 87 soggetti (di cui 20 diabetici) operati di bendaggio gastrico, una delle più diffuse tecniche in Italia di chirurgia della grave obesità (chirurgia bariatrica) e 87 soggetti (di cui 36 diabetici), non operati, utilizzati come gruppo di controllo, sono stati studiati allo stesso modo.
A distanza di 13 anni i pazienti operati mostravano ancora un peso inferiore a quello del momento dell’intervento e rispetto ai controlli avevano minori valori di pressione arteriosa e mostravano più spesso miglioramento del quadro glicemico (28% contro 10%); in particolare, il 55% dei pazienti diabetici operati mostrava scomparsa del diabete, contro nessun caso tra i controlli. Inoltre i pazienti operati avevano meno spesso placche ateromasiche alle carotidi (10% contro il 50% dei controlli), e mostravano miglioramento della funzione renale. Di estremo interesse, nessun nuovo caso di retinopatia diabetica negli operati, un solo caso nei controlli.