Dermatologia, il 68% di chi soffre
di acne non va dal medico
Sentimenti di insicurezza e inferiorità talvolta associati a mancanza di fiducia in se stessi e tendenza all’isolamento sociale: stiamo parlando dell’acne, una sfida ancora aperta per dermatologi e pazienti. L’acne colpisce quasi 9 adolescenti su 10 e dal 10 al 20% degli adulti, non risparmiando i bambini molto piccoli.
Sono, secondo stime, quasi 4 milioni gli adolescenti colpiti. Tra coloro che decidono di trattare la malattia solo il 20% si reca da un dermatologo e un altro 10% consulta il medico di medicina generale o il pediatra, mentre quasi il 70% dei pazienti si affida invece al fai da te, al passaparola, sottovalutando il problema e aggravando così il proprio quadro clinico.
“Da una recente ricerca pubblicata su BioPsychoSocial Med risulterebbe che, a prescindere dall’età in cui si presenta, l’acne ha importanti risvolti psicologici tra cui timidezza (71%), difficoltà nel farsi degli amici (24%) problemi a scuola (21%) e persino difficoltà nel trovare un impiego (7%)”, afferma Corinna Rigoni, dermatologa, presidente dell’Associazione Donne Dermatologhe Italia.
Sempre secondo la stessa ricerca, condotta in America su un campione di oltre 2.000 pazienti, si stima che la riduzione della qualità della vita nelle persone affette da acne sia simile a quella associata a pazienti affetti da malattie considerate più gravi quali il diabete, l’artrite, l’asma e l’epilessia1. Se non trattata adeguatamente l’acne può lasciare segni e cicatrici permanenti, ipopigmentazione o iperpigmentazione persistente e talvolta sfigurare le zone colpite.
“La gestione del paziente richiede un vero e proprio counseling, sia del paziente sia del genitore, ai quali è necessario spiegare la patologia e dedicare del tempo per far comprendere come utilizzare i farmaci evitando di generare problemi di tollerabilità che posso portare il paziente ad abbandonare la terapia. Il trattamento richiede pazienza per arrivare a vederne i risultati; il tutto e subito, non funziona” conclude la dottoressa Rigoni.
“Il dato più preoccupante emerso dalla ricerca pubblicata su BioPsychoSocial Med1 è che oltre il 68% degli intervistati non si è mai recato dal medico per un consulto, spiega Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano. Il ruolo del dermatologo è fondamentale per una corretta diagnosi e l’impostazione della terapia più adatta e nel supporto al paziente. Nelle Linee Guida dell’American Academy of Dermatology pubblicate nel 2013 si legge che gli antibiotici per il trattamento dell’acne devono essere impiegati con cautela e solo nelle forme più severe della patologia. I dati sull’antibiotico resistenza sono infatti preoccupanti: +40% in vent’anni e molti degli antibiotici incriminati sono proprio quelli per il trattamento dell’acne”.