Medici e immigrazione, l’appello
dei chirurghi all’Europa FOTO-VIDEO
I progressi terapeutici raggiunti dalla chirurgia e il delicato ruolo dei medici davanti al dramma dell’immigrazione. Di questo si è discusso al congresso congiunto della Sicu (Società italiana chirurghi universitari) e della Sifipac (Società italiana fisiopatologia chirurgica), che si è svolto dal 24 al 26 settembre 2015 a Palermo, nelle sale di Villa Malfitano.
Nell’arco del congresso, presieduto da Gaspare Gulotta, direttore del Dipartimento di Chirurgia generale del Policlinico di Palermo dal il professore emerito di chirurgia Antonino Rodolico, relatori provenienti dalle più importanti università italiane, si sono confrontati sulla pratica clinica quotidiana della chirurgia, con un’attenzione particolare all’aspetto fisiopatologico delle patologie chirurgiche. Simposi sono stati dedicati, inoltre, alla chirurgia colo-rettale, a quella della parete addominale, alla patologia biliare ed alle potenzialità della pressione negativa nella pratica chirurgica.
Tanti i rappresentanti delle istituzioni presenti all’evento, intervenuti in occasione della tavola rotonda “Triton o Mare Nostrum: la medicina a mare”, dedicata al dramma dell’immigrazione e alle sinergie in campo per arginarlo. Nel corso del suo intervento, Gulotta ha lanciato un appello alle istituzioni e all’Europa affinché intervengano con forza per risolvere una volta e per tutte quello che ormai ha assunto i contorni di un esodo storico. “Noi non potremo mai capire quel mondo – ha detto Gulotta – se non rispettiamo le loro etnie, culture, e la loro voglia di libertà. Dobbiamo portare avanti un’idea di speranza e di luce, nel solco della tradizione siciliana che ha visto sempre nella diversità un’opportunità”.
Presenti, tra gli altri, anche l’assessore alla Sanità della Regione Siciliana, Baldo Gucciardi, e l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che nel suo intervento ha sottolineato il ruolo decisivo della Chiesa Cattolica. “Non possiamo esimerci dal ruolo del ‘fratello’ – ha detto Romeo – . Ho vissuto in paesi travagliati, come il Burundi, Haiti, Colombia, ho visto tante sofferenze, difficoltà, sogni. Palermo e la chiesa sono sempre pronte a fare quello che devono”. Nel corso del dibattito, oltre ai rappresentanti delle forze armate, delle forze dell’ordine, della guardia di finanza e della Croce Rossa, è intervenuto anche il neorettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, che ha posto l’attenzione sulla scuola di italiano per stranieri attiva a Palermo, prossima a diventare “polo per l’accoglienza e la solidarietà”, sottolineando il ruolo solidale dell’università, con i corsi di servizio sociale attivi nel capoluogo e ad Agrigento.