Alzheimer, nuove speranze
da un farmaco per l’asma
Difficile dire se per l’Alzheimer sia arrivata l’ora delle malattie iscritte all’albo di quelle curabili con una semplice terapia, come fosse una bronchite, ma lo studio pubblicato sul Journal of American Medical Association lascia ben sperare per una futura cura.
Un farmaco comunemente prescritto per l’asma potrebbe contenere la chiave per rallentare o addirittura invertire il deterioramento delle cellule nel cervello, segna un significativo passo avanti nella lotta per battere la demenza. La ricerca pionieristica di un team austriaco di scienziati ha scoperto in uno studio sul cervello dei ratti, il medicinale “Montelukast” che è venduto sotto il nome di “Singulair” e viene utilizzato per trattare l’asma e le allergie compresa la febbre da fieno reagisce, effettivamente invertendo il processo di invecchiamento.
I risultati sono abbastanza significativi da giustificare una sperimentazione clinica su persone affette da morbo di Parkinson. Nei test sulla memoria e cognizione, i ratti più vecchi hanno ricevuto una dose orale equivalente a quello assunto da persone con asma così come per i ratti più giovani. Il neuroscienziato Ludwig Aigner, dell’Università di medicina di Paracelso a Salisburgo e i suoi colleghi hanno individuato una serie di recettori nel cervello che attivano l’infiammazione, che è legata alla malattia di Alzheimer e malattia di Huntingdon. Il team del dottor Aigner ha scoperto che il farmaco ha bloccato quei recettori.