La spending review nella sanità
pesa anche in sala operatoria
Negli ultimi anni lo sviluppo di tecnologie innovative è diventato un elemento di fondamentale importanza per i Sistemi Sanitari. Nuovi dispositivi, procedure chirurgiche evolute, hanno portato benefici rilevanti per i pazienti, consentendo un miglioramento anche in termini di efficacia, efficienza e qualità del trattamento.
La garanzia di accesso dei pazienti alle migliori cure disponibili rappresenta una sfida in cui l’elemento determinante è rappresentato dalla sostenibilità della spesa per il Sistema Sanitario. E’, quindi, necessario che tutti i soggetti coinvolti nei processi decisionali siano messi nelle condizioni di conoscerne le potenzialità, i punti di forza e di debolezza delle diverse opzioni, al fine di poter valutare i benefici e stabilire il rapporto costo-efficacia.
Per questo motivo, è arrivato il momento di capire se, alla luce degli attuali orientamenti di spending review, la “chirurgia” e, in una accezione più ampia, il sistema sanitario italiano possono ancora essere “sostenibili”, partendo dal presupposto che non si potrà pensare di fermare il progresso scientifico e di impedire l’imporsi di standard più elevati anche in termini di qualità di vita.
Al complesso e quanto mai attuale rapporto tra innovazione e sostenibilità e su quale sarà il futuro della chirurgia nel nostro Paese è dedicato l’incontro dal titolo: “Slow Surgery. Qualità e sostenibilità in chirurgia”, in corso in questi giorni a Milano. Al convegno, organizzato da Medtronic in collaborazione con il Professor Giovanni Battista Doglietto, del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma e il professor Pierluigi Marini, dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, si stanno mettendo in luce le dimensioni del problema e le prospettive future attraverso un confronto tra istituzioni, chirurghi, manager sanitari, associazioni pazienti ed economisti.