Livelli essenziali di assistenza:
promosse otto Regioni italiane
Pubblicati per la prima volta contestualmente dal Ministero della Salute pubblica due importanti rapporti sul monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e sull’efficienza del sistema sanitario italiano per l’anno 2013. Lo rende noto il Ministero della Salute sul sito web istituzionale. Il primo, più generale, riguarda 38 adempimenti che le Regioni e Province autonome devono rispettare per accedere a una quota premio del fondo sanitario nazionale, come l’attivazione di flussi informativi sulle liste di attesa e la riorganizzazione del percorso nascita.
Il secondo rapporto riguarda uno specifico adempimento (“Mantenimento erogazione LEA”), monitorato attraverso un insieme di 32 indicatori che gli operatori chiamano “Griglia Lea”, i cui risultati vengono rappresentati graficamente attraverso i cosiddetti “rosoni” e una mappa interattiva. Si tratta della più fedele fotografia della capacità delle Regioni di garantire ai cittadini l’erogazione dell’assistenza secondo standard di appropriatezza e qualità.
Le Regioni oggetto di valutazione sugli adempimenti da assolvere in tema di Livelli essenziali di assistenza (Lea) per l’anno 2013 sono sedici: quelle a statuto ordinario più la Sicilia, ossia quelle che hanno accesso al “fondo sanitario” e che vengono private del 3% di questo se risultano inadempienti (o del 2% nel caso di Regioni adempienti nell’ultimo triennio).
Sono otto le Regioni in regola: risultano adempienti le Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto.
Situazione particolare hanno presentato le Regioni Basilicata e Umbria: ad entrambe è stato chiesto di rispondere, entro il primo semestre 2015, ad una prescrizione per l’attuazione di quanto previsto per la riorganizzazione e la messa in sicurezza dei punti nascita. Analoga prescrizione riguardava, per la sola Regione Basilicata, la riorganizzazione della rete laboratoristica.
Per le rimanenti otto Regioni, quelle che hanno sottoscritto un Piano di rientro, pur rilevando un progressivo miglioramento per quanto riguarda la riorganizzazione del sistema informativo e delle reti assistenziali, persistono significative inadempienze, tra cui quelle relative a: riorganizzazione dei punti nascita, cure palliative, prevenzione e riorganizzazione della rete dei laboratori.