Gli italiani stanno bene:
in calo i ricoveri ospedalieri
Italiani più in salute e ricoveri più brevi. Questa in sintesi la fotografia scattata dall’Istat nel capitolo sanità dell’Annuario statistico italiano, presentato pochi giorni fa a Roma. Prosegue, dunque, il processo di deospedalizzazione che ha determinato una progressiva e significativa diminuzione dei ricoveri nel tempo: negli ultimi cinque anni le dimissioni ospedaliere hanno fatto registrare una riduzione media annua del 4,5% e un calo complessivo del 16,7% rispetto al 2009. Tra il 2012 e il 2013 la diminuzione dell’attività ospedaliera per acuti è stata del 4,3%. Considerando i dati provvisori relativi al primo semestre 2014, diffusi dal ministero della Salute, la riduzione rispetto allo stesso periodo del 2013 è pari al 9,2%.
Nel 2015 – continua l’Istat – il 69,9% della popolazione ha espresso un giudizio positivo sul proprio stato di salute (valore stabile rispetto a un anno prima), più gli uomini (73,4%) che le donne (66,5%). A parità di età, già dai 45 anni in su il gentil sesso appare svantaggiato: nella fascia di età 45-54 anni il 72,5% dei maschi si considera in buona salute contro il 68,6% delle coetanee, ma le differenze maggiori si hanno tra i 65 e i 74 anni (44,3% contro 36,6%) e i 75 anni e oltre (29,6% contro 21,6%). Tra le regioni italiane le situazioni migliori si rilevano a Bolzano (85,8%), Trento (78,8%) e Valle d’Aosta (72,4%), la peggiore in Calabria (60,8%) e Sardegna (64,7%).
Quanto alle patologie croniche – si legge nell’annuario Istat – il 38,3% dei residenti dichiara di essere affetto da almeno una fra le 15 considerate (valore stabile rispetto al 2014). Le più diffuse sono l’ipertensione (17,1%), l’artrosi/artrite (15,6%), le malattie allergiche (10,1%), l’osteoporosi (7,3%), la bronchite cronica e l’asma bronchiale (5,6%) e il diabete (5,4%). A eccezione delle malattie allergiche, tutte le altre patologie croniche riferite aumentano con l’età e si differenziano per il genere, in linea di massima a svantaggio delle donne. Uno svantaggio che nelle età più avanzate si rovescia solo per bronchite cronica e malattie del cuore, da cui sono gli uomini “over 75” a essere più colpiti: 19,4% contro 16% delle coetanee per la bronchite cronica, 18,2% contro 14,1% per le seconde. Stabile, infine, il numero di fumatori in Italia, con un terzo dei ragazzi che non rinuncia alle sigarette. Nel 2015 si dichiara fumatore il 19,6% della popolazione “over 14”, contro il 19,5% nel 2014 e il 20,9% nel 2013. Il vizio è più diffuso fra gli uomini (24,6% rispetto a 15%). Per i primi il picco viene raggiunto fra i 25 e i 34 anni (33,0%) mentre per le fumatrici dai 55 ai 59 (20,8%).
(Fonte: Federfarma)