La storia. “Io, malata rara, picchiata
dal marito e abbandonata dal Comune”
Picchiata dal marito e abbandonata dagli assistenti sociali. La signora Maria, una maestra elementare di Roma, affetta da una malattia rara di origine autoimmune, ha raccontato la sua storia ai microfoni di Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format “Genetica Oggi” condotto da Andrea Lupoli.
“Sono una donna sola che non è stata capita –ha raccontato Maria-. Nel 2010 il mio ex marito era passato dalla depressione all’ossessione e una sera mi ha spinta contro un tavolo, ho sbattuto la testa e sono andata a finire al pronto soccorso. Mio figlio ha raccontato tutto ai medici, quindi sono intervenuti gli assistenti sociali e mi hanno fatto andare via di casa con i miei figli, perché avevo un marito violento. Però non mi hanno tutelata né come malata né come donna, perché non mi hanno dato una casa, mi hanno mandata sempre in case in affitto e oggi sono al terzo sfratto”.
“Avevo parlato con il sindaco Marino e con l’Urc di Roma, – ha raccontato la donna – che mi avevano promesso metà dei soldi per pagare l’affitto e invece non mi hanno mai dato nulla. Oggi mi ritrovo a dover pagare un avvocato 4000 euro per fare una domanda di azzeramento dei debiti, perché nel 2012 è stata fatta una legge che lo permette. Adesso da ammalata non so se devo mangiare, pagare l’affitto o curarmi e mi ritroverò a dover pagare tutti quei soldi per un avvocato per far valere i miei diritti. Come si fa a lasciare da sola una donna italiana malata con due figli senza tutela? Come fa una donna in questa situazione ad essere caritatevole e buona con tutti quanti, quando nessuno è stato buono con lei? Nessuno ha tenuto conto della mia grave malattia”.
“Soltanto all’Urc a un signore è scappata una lacrimuccia – prosegue la donna – perché aveva capito la gravità della mia malattia, ma non ho mai avuto niente. Non sono ancora riuscita a superare questo momento di difficoltà, ad oggi ancora devo scegliere se pagare l’affitto, se curarmi o se comprare da mangiare per me e per i miei figli che sono disoccupati. Se sparisce il mio stipendio sparisce tutto. Con il mio ex marito non ho avuto più rapporti perché sta ancora male, anzi è peggiorato. Andava aiutato, così come andavo aiutata io. Vorrei che il prefetto mi chiamasse. Anche se, adesso che ci sono le elezioni, non vorrei che qualcuno mi promettesse in cambio del voto quello che mi spetta di diritto, cioè un alloggio, l’assistenza e l’azzeramento di tutti i debiti, che ho contratto con Enel e Eni perché non riesco a pagare le bollette. Voglio tornare ad essere una donna normale, di non aver paura ogni giorno di morire e non lasciare i miei figli da soli. Io dico, lasciano morire le persone da sole e devono suicidarsi per fare notizia? La salute no, il matrimonio no, almeno una giustizia la devo avere”.