Omeopatia, nuovo studio conferma l’efficacia terapeutica
Procede a colpi di studi scientifici la polemica sulla medicina omeopatica, la cui efficacia era stata messa in discussione da un paper australiano che – secondo l’Amiot, l’associazione di medici esperti in medicina di origine biologico-naturale più rappresentativa d’Italia – “non è affatto credibile in quanto non è uno studio peer-review, come neppure è uno studio il banale post pubblicato in questi giorni sul blog del BMJ, firmato peraltro dallo stesso autore del paper australiano, che si cita autoreferenzialmente da solo”.
La nuova indagine è invece stata condotta da ricercatori della Harvard School of Public Health e del Beth Israel Deaconess Medical Center, il prestigioso ospedale affilato alla Harvard Medical School, e ha rilevato come l’uso della medicina omeopatica comporti benefici per la salute pubblica come riduzione nell’uso di antibiotici inutili, riduzione dei costi per il trattamento di alcune malattie respiratorie, miglioramento nella depressione peri-menopausa, miglioramento delle condizioni sanitarie in individui affetti da malattie croniche.
La ricerca ha analizzato i dati del 2012 USA National Health Interview Survey per la prevalenza e modelli di utilizzo di medicinali omeopatici tra gli statunitensi adulti in relazione ad altri interventi di medicina complementare e integrativa (CIM): due terzi delle persone che si curano con medicinali omeopatici hanno classificato il Sistema di Salute rappresentato dalla medicina omeopatica come una delle tre prime scelte. Inoltre, persone che avevano scelto di essere pazienti di un professionista omeopata esperto hanno dichiarato che la medicina omeopatica “è stata molto importante nel mantenere la salute e il benessere” e che ha rappresentato una “grande opportunità”, maggiore rispetto a coloro che – pur essendo utilizzatori di medicinali omeopatici – non erano seguiti da un Medico professionista specializzato in medicine complementari.
Dal punto di vista statistico, mentre le due precedenti indagini governative degli Stati Uniti nel 2002 e nel 2007 avevano rilevato che la Medicina Omeopatica era stata utilizzata rispettivamente dal 1,7% e il 1,8% degli adulti americani, l’attuale ricerca ha rilevato che nel 2012 l’uso della Medicina Omeopatica – al netto di tutte le altre pratiche di medicina non convenzionale, anch’esse utilizzate in USA – era cresciuto circa del 15%, riguardando il 2,1% della popolazione adulta degli Stati Uniti, nonostante sia ancora inferiore ad altri paesi occidentali, come l’Italia (8,2%) e la Germania (14,8%).
“Questa indagine, come decine pubblicate in precedenza – ha aggiunto Paolo Roberti di Sarsina, fondatore dell’Ente Morale “Associazione Medicina Centrata sulla Persona” e massimo esperto di Medicine Non Convenzionali in Italia – ha rilevato che le persone più istruite rappresentano il gruppo sociale maggiormente propenso a usare medicinali omeopatici per il loro percorso di cura e salute rispetto alle persone meno istruite. Le patologie più comuni per le quali le persone hanno seguito trattamenti con medicinali omeopatici sono i disturbi respiratori e orecchio-naso-e-gola e le sindromi dolorose muscolo-scheletriche, a conferma dell’efficacia di questo metodo di salute che non può certamente essere derubricato a ‘effetto placebo’ come periodicamente gli scettici sostengono. Scettici, è bene ricordarlo, che usano il metodo scientifico a proprio uso e consumo, salvo poi – conclude Roberti di Sarsina – ignorare sistematicamente qualunque ricerca – e sono ormai numerose – che sfati i più radicati pregiudizi anti-scientifici”.
Scusate, ma di cosa stiamo parlando? valutiamo l’efficacia di una terapia sul livello di soddisfazione del paziente? o su misure obiettive? ma lo sappiamo o no che i placebo hanno efficacia variabile dal 20 al 30% a seconda della patologia
Qualcuno di coloro che scrivono di queste cose su siti di divulgazione conosce gli Studi di Benedetti di Torino sull’effetto placebo?
Quindi per favore, dopo di Bella, Vannoni etc quanto vogliamo continuare?