Tumori, in aumento la sopravvivenza
in 20 anni per le italiane
Oggi in Italia vivono più di un milione e 650mila donne dopo una diagnosi di tumore (nel 2010 erano circa un milione e 430mila). Le percentuali di sopravvivenza a 5 anni globalmente migliorano in maniera significativa, infatti dal 1990 al 2007 sono aumentate del 10%, passando dal 53% al 63%. E in una delle neoplasie femminili più frequenti, quella del seno, raggiungono l’87%.
“I progressi nella lotta contro queste malattie sono stati straordinari – afferma Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), nel corso della Prima Giornata Nazionale della Salute della Donna -. Nel 2015 i tumori hanno colpito 169mila italiane. Grazie alla diagnosi precoce salviamo molte vite e una donna su due guarisce se la malattia è individuata in fase iniziale. Inoltre riusciamo a far sopravvivere le pazienti più a lungo e con una migliore qualità di vita. Resta però l’ombra preoccupante rappresentata dal vizio del fumo. Il 23% delle italiane è tabagista, con ricadute evidenti: tra il 1999 e il 2010 l’incidenza del tumore del polmone è diminuita del 20% tra gli uomini, mentre si registra un +36% fra le donne. È importante promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto alle ragazze più giovani, perché la prima sigaretta viene accesa proprio per il desiderio di emulazione. La nostra società scientifica promuove ‘Meglio smettere!’, il primo progetto di educazione rivolto agli studenti delle scuole medie sui rischi del fumo, che ha come testimonial la campionessa di tennis Flavia Pennetta”.
Prevenzione primaria seguendo uno stile di vita sano (no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante) e screening restano le armi principali, in particolare la mammografia con cadenza biennale (fra i 50 e i 69 anni) per la diagnosi precoce del tumore del seno, il Pap test (fra i 25 e i 64 anni) ogni 36 mesi per il cancro del collo dell’utero, e il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni 24 mesi per individuare la neoplasia del colon retto (nelle persone tra i 50 e i 69 anni).
L’adesione agli screening va fortemente implementata e sostenuta, in particolare nel biennio 2011-2012 solo il 60% delle italiane ha eseguito la mammografia e il 41% il Pap test. “Anche la vaccinazione contro il Papilloma Virus Umano (HPV) è uno strumento importante di prevenzione contro una delle neoplasie più frequenti nelle under 50, il tumore del collo dell’utero, che nel 2015 in Italia ha fatto registrare circa 2.100 nuovi casi – sottolinea Stefania Gori, presidente eletto AIOM -. Ma nel nostro Paese solo il 70% delle dodicenni aderisce ai programmi di profilassi, quindi tre ragazze su dieci non sono coperte. Per sensibilizzare i cittadini, l’AIOM ha realizzato la prima guida al vaccino anti-HPV distribuita in tutte le oncologie del nostro Paese e nelle farmacie”.