Diventano obbligatori screening neonatali per le malattie metaboliche
Diventa legge dello Stato l’accertamento diagnostico neonatale obbligatorio per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie. È stato infatti approvato in commissione Sanità del Senato, in sede deliberante, il Ddl ‘Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie’.
Il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo esprime piena soddisfazione per l’approvazione della legge. “Siamo tutti consapevoli – dichiara – che effettuare lo screening neonatale esteso non rappresenta un costo, bensì un investimento per la salute, sostituendo il principio del rapporto costi-benefici on quello del costo-opportunità. Il beneficio non è solo legato la paziente ed alla sua famiglia ma rappresenta una razionalizzazione nell’impiego delle risorse del Sistema Sanitario, nel senso che avviare un percorso di cura prima dell’insorgenza dei sintomi è, senza dubbio, meno oneroso della gestione di un paziente con alto rischio di invalidità conseguente al ritardo diagnostico”.
“Partendo dalla consapevolezza della rilevanza che riveste, in termini di sanità pubblica – aggiunge De Filippo – lo screening neonatale, emerge con ogni evidenza la portata innovativa e il significativo e oggettivo interesse del provvedimento, pertanto, ribadisco: affinché un programma di screening sia efficace, non solo dal punto di vista clinico ma anche di sanità pubblica (prevenzione collettiva, costo/beneficio, equità d’accesso, etc.), è necessario garantire il raggiungimento e l’esecuzione del test al 100% della popolazione di riferimento”.
Il tutto “nel rispetto della tempistica che deve fornire precisi e definiti percorsi clinici, con protocolli operativi ottimizzati all’impiego delle risorse da parte dei vari operatori coinvolti nel processo: i Consultori familiari, i Centri Nascita, il Centro Screening, il Centro di Riferimento Clinico, il Pediatria del territorio. Questo risultato – conclude – si può conseguire solo mediante una legge che rende uniforme il sistema sull’intero territorio nazionale e supera ogni diseguaglianza di accesso ai servizi sanitari delle diverse regioni”.
(Fonte: Adnkronos)