Infezioni sessuali, gli esperti:
“Un caso su tre fra i 14 e i 25 anni”
“In Italia ci sono 700mila persone che vogliono avere figli senza riuscirvi, che ci sono milioni di giovani e giovanissimi che non conoscono la questione della fertilità e i rischi ad essa connessi. Il ministero della Salute fa prevenzione. Il nostro obiettivo è l’informazione e la consapevolezza, poi ognuno fa le sue scelte ed è artefice del proprio destino”, ha sottolineato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin all’apertura del “FertilityDay” tenutosi a Roma.
Le malattie sessualmente trasmesse rappresentano un grave problema di sanità pubblica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno 200 milioni di persone contraggono un’infezione sessualmente trasmessa. I dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità confermano che in Italia negli ultimi anni la frequenza e diffusione delle malattie sessualmente trasmesse è in incremento. In particolare le nuove infezioni colpiscono, nel 30% (circa) dei casi, soggetti di età compresa tra i 14 e i 25 anni.
“Questo dato è estremamente preoccupante in particolare per le complicanze tardive che possono determinare – sottolinea Massimo Andreoni, infettivologo e Past President Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, intervenuto alla tavola rotonda con il ministro Lorenzin – Infatti, alcune malattie possono decorrere in modo scarsamente sintomatico e determinare nel tempo, se non curate, alterazioni tali da determinare infertilità sia nella donna che nell’uomo. Inoltre si deve ricordare che alcune patologie quali l’epatite B e C e l’infezione da HIV, che fino a qualche anno fa erano trasmesse principalmente con il sangue, oggi sono a prevalente a trasmissione sessuale. È indispensabile quindi pensare a politiche di sanità pubblica rivolte ad affrontare questo tema attuando misure rivolte ad incrementare la rete degli ambulatori per le malattie sessualmente trasmesse facilitando i percorsi di diagnosi e cura”.