Diabete e immersioni subacquee:
un sogno “proibito” diventa realtà
Buone notizie per le persone con diabete che amano il mare: esplorarne i suggestivi fondali, immergendosi con autorespiratore e muta da sub non sarà più un tabù. Grazie al progetto Diabete Sommerso, uno specifico protocollo predisposto dall’omonima associazione, insieme agli specialisti diabetologi dell’Ospedale Niguarda di Milano, si sta dimostrando efficace nel consentire anche ai diabetici tipo 1 la pratica dell’attività subacquea in completa sicurezza.
Poche e semplici regole legate all’alimentazione, a uno stretto monitoraggio glicemico e a un’opportuna modulazione della terapia insulinica, allo scopo di prevenire complicanze metaboliche ma anche per spiegare come affrontarle, qualora si verificassero durante i 30-60 minuti dell’immersione, nella fase preparatoria o nelle ore successive. E proprio queste raccomandazioni vengono applicate da 21 giovani con diabete, al corso che si sta svolgendo nella splendida cornice dell’isola di Favignana, con il patrocinio dell’Ospedale Niguarda e in collaborazione con il diving center La Subbaqqueria: 12 di loro conseguiranno il brevetto di primo livello Open Water Diver (Owd).
“Diabete Sommerso – spiega Matteo Bonomo, responsabile Ssd Diabetologia presso l’Ospedale Niguarda di Milano – è un progetto nato alcuni anni fa, all’interno del nostro Ospedale, da una mia passione per il mare e le immersioni ma soprattutto dalla constatazione che, da sempre, questo sport era precluso alle persone con diabete, al pari di altre discipline ritenute ‘estreme’. In realtà un’esclusione indiscriminata per il timore di complicanze acute, come un’ipoglicemia sott’acqua, non è giustificata sul piano scientifico. L’attività subacquea, se affrontata con un’opportuna formazione e le necessarie precauzioni, non dev’essere vietata al diabetico. Con questa convinzione abbiamo stilato un protocollo di sicurezza che applichiamo scrupolosamente durante i corsi. Attraverso la raccolta delle misurazioni di glicemia effettuate in centinaia di immersioni, stiamo inoltre conducendo uno studio, approvato dal Comitato etico del Niguarda, che ha finora dimostrato la validità del protocollo: con il campo di Favignana contiamo di avere una mole di dati tale da avvalorare definitivamente il riconoscimento della sicurezza della pratica subacquea per il diabetico con buon compenso metabolico. Ringrazio la Direzione dell’Ospedale – prosegue Bonomo – e tutti i reparti del Niguarda che, in vario modo, hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto”.