Chirurgia estetica, l’allarme: gravi rischi
dall’uso del filler non in regola
Stare alla larga da quanti propongono trattamenti ‘low cost’ o che non operano in strutture sanitarie professionali, ed evitare sempre iniezioni di filler al silicone se non si vuole rischiare di incorrere in gravi patologie, come la trombosi di arterie del viso o persino la cecità. E’ questo il monito che emerge dal workshop teorico-pratico ‘Come non fare un filler’ (www.seminarskinandhair.com), in corso presso il Dipartimento di Scienze cliniche sperimentali dell’università degli Studi di Brescia.
Gli ultimi dati confermano che sono in aumento gli italiani che ricorrono alla medicina estetica per terapie ringiovanenti. Ma ricorrere a prodotti low cost può comportare seri rischi. Per questo motivo Elisabetta Sorbellini, dermatologa presso lo Studio Rinaldi di Milano e membro dell’International Hair Research Foundation, insieme a Luigi F. Rodella e con Rita Rezzani, entrambi del Dipartimento di Scienze cliniche e sperimentali dell’Università degli Studi di Brescia, hanno chiamato a raccolta per oggi e domani diversi professionisti allo scopo illustrare lo stato dell’arte nella pratica dei trattamenti iniettivi al viso, analizzandone indicazioni, controindicazioni e possibili effetti collaterali.
Durante il workshop, inoltre, i partecipanti, sotto la guida dei docenti, hanno la possibilità di applicare in prima persona le tecniche descritte su preparati anatomici umani messi a disposizione dall’università e di valutarne, mediante la dissezione, l’interazione con le strutture anatomiche del viso. “Le tecniche utilizzate per il trattamento del ringiovanimento cutaneo – afferma Sorbellini – sono ormai molto conosciute e sicure. Il medico oggi ha a disposizione tantissimi prodotti, con caratteristiche specifiche e di altissima qualità, per ottenere i migliori risultati a seconda del grado di invecchiamento cutaneo e del tipo di pelle. Con questo workshop, grazie alla possibilità di poter operare su preparati anatomici, abbiamo voluto ribadire che solo attraverso la conoscenza dell’anatomia, delle tecniche chirurgiche e delle possibili complicanze si possono azzerare i rischi dei trattamenti iniettivi e dell’applicazione dei fili intradermici a livello del viso”.
Quando si decide di ricorrere a un intervento di ringiovanimento del viso, dunque, è più che mai necessario affidarsi a medici preparati per avere un risultato soddisfacente e, soprattutto, minimizzare i rischi derivanti da un filler fatto male. Ecco quindi il ‘Decalogo per un filler corretto’, stilato da Sorbellini, con una serie di aspetti essenziali per un risultato perfetto e senza conseguenze per la salute:
1) I REQUISITI MINIMI. Il filler deve essere effettuato da un laureato in medicina, meglio se specializzato in dermatologia o in chirurgia plastica o in medicina estetica.
2) LA PREPARAZIONE COMPLESSIVA DEL MEDICO. Sembra facile iniettare un filler o la tossina, ma non lo è. Solo un medico preparato, soprattutto sull’anatomia delle aree da trattare, può evitare brutte sorprese anche molto gravi come, per esempio, la cecità.
3) LA PREPARAZIONE TECNICA DEL MEDICO. E’ molto raro, ma iniezioni fatte male, esercitando troppa pressione o iniettando troppa sostanza in una stessa zona, possono creare occlusioni e trombosi di arterie del viso con conseguenze drammatiche. Solo una grande preparazione del medico (corsi di pratica, di anatomia con esercitazioni su cadavere) può ridurre al massimo i rischi.
4) L’ATTENZIONE DEL MEDICO. Qualche piccolo ematoma o qualche nodulino può formarsi dopo una iniezione, e non c’è nessun rischio grave o permanente. Un buon medico è sempre pronto e preparato a rimediare a qualsiasi piccolo inconveniente.
5) LO STUDIO MEDICO. Il luogo dove il medico effettua il filler deve essere un ambulatorio medico, idoneo a trattamenti iniettivi (pulito, a norma, luminoso, con misure igieniche adeguate, come i guanti e il materiale sterile). Sembra ovvio, ma spesso questo non succede, come testimoniano i molteplici casi di persone che si fanno fare iniezioni da sedicenti medici in una stanza di hotel o in un bar.
6) LA QUALITA’ DEI MATERIALI. Bisogna essere certi che la qualità delle sostanze utilizzate per il filler o la tossina botulinica sia elevata. Spesso si tratta di sostanze costose anche per il medico: prezzi bassi generalmente sono indicativi di prodotti di qualità infima o scadente.
7) IL COSTO DELL’INTERVENTO. Attenzione a tariffe molto basse.
8) LA PELLE. Ci sono vari modi per iniettare un filler: aghi o cannule di varie dimensioni. Non sono tutti uguali e la scelta del medico deve essere fatta in base alla zona da trattare, allo spessore della pelle (diverso a seconda dell’età, per esempio), alla viscosità e all’elasticità del prodotto da iniettare.
9) I CONSIGLI DEL MEDICO. Dopo il trattamento è bene seguire le raccomandazioni che ogni medico preparato impartisce (attenzione al sole, alla frequenza dei trattamenti).
10) NO AL SILICONE. Mai farsi iniettare filler a base di silicone.
(Fonte: Adnkronos)