Ictus, Tai Chi come arma di prevenzione:
è più efficace delle camminate
Da tecnica ‘zen’ di autodifesa ad arma per la prevenzione dell’ictus. Due ore a settimana di Tai Chi, arte marziale cinese sempre più di moda anche nei parchi occidentali, sembrano funzionare meglio della camminata veloce per proteggersi dall’infarto cerebrale riducendone i fattori di rischio: la pressione si abbassa, il colesterolo ‘buono’ Hdl si alza. A promuovere la ‘danza silenziosa’ come scudo per il cervello è uno studio presentato all’International Stroke Conference-Iac 2017 dell’American Stroke Association, al via oggi a Houston, Texas.
La ricerca, come del resto il Tai Chi, arriva dal Paese del Dragone. Aileen W. Chan e colleghi della The Chinese University di Hong Kong hanno coinvolto nel loro esperimento 246 adulti con fattori di rischio noti per l’ictus, per esempio l’ipertensione. I partecipanti sono stati suddivisi a caso in 3 gruppi: uno seguiva 2 sessioni da 60 minuti di Tai Chi alla settimana, un altro camminava a passo veloce per 30 minuti al giorno, mentre l’ultimo (gruppo controllo) non modificava in alcun modo le attività che svolgeva prima di entrare nello studio.
Dopo 3 mesi, ecco il risultato: rispetto al gruppo controllo, quello Tai Chi mostrava una riduzione significativamente superiore della pressione arteriosa sia sistolica (la massima, -10,25 millimetri di mercurio) sia diastolica (la minima, -6,5 mmHg), e un aumento medio del colesterolo Hdl pari a +0,16 millimoli/litro. Nel gruppo cammino, invece, non sono emerse rilevabili variazioni di pressione o colesterolo buono. In nessuno dei gruppi, infine, sono stati osservati rilevabili variazioni di colesterolo totale, glicemia, indice di massa corporea, girovita o massa grassa. “Uno studio più lungo di 3 mesi – precisano gli scienziati – è necessario per monitorare gli effetti di una pratica costante di Tai Chi e camminata veloce sulla prevenzione dell’ictus”.
(Fonte: Adnkronos)