Disturbi alimentari, un mistero
per sette italiani su dieci
I disturbi del comportamento alimentare (Dca) ogni anno colpiscono circa 3 milioni di italiani, in gran parte giovanissimi. Nonostante ciò ben 7 italiani su 10 (69%) dichiarano di non conoscere i rischi dei Dca e di non sapere come affrontare queste malattie. E’ quanto emerge da un’indagine promossa da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, in vista della Giornata nazionale del fiocchetto lilla, che si celebra domani 15 marzo. Ma quali sono le principali problematiche che affrontano gli italiani davanti ai casi legati ai disturbi alimentari? La maggior parte dei genitori non sa distinguere un problema nutrizionale e da quello psicologico (68%), e di conseguenza non sa a chi rivolgersi per affrontare la malattia (57%).
L’indagine è stata condotta su circa 2.500 italiani uomini e donne tra i 18 e i 65 anni, e su un panel di 30 esperti nel campo della psicologia, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire se gli italiani sono preparati in materia di disturbi alimentari. “In un contesto sociale basato sulla performance e alte aspettative, in cui magrezza equivale a successo, non è facile, soprattutto per i genitori di un adolescente, far passare messaggi basati sull’accettazione di diverse corporeità e di una flessibilità anche nell’alimentazione – afferma la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell’associazione Nutrimente Onlus – Sarebbe utile per genitori, nel momento in cui si rendono conto della sofferenza che stanno vivendo i propri figli, chiedere aiuto il prima possibile a specialisti esperti. Nel caso in cui il figlio non sia disponibile ad andare da uno specialista o in una struttura, possono cercare di dare loro per primi supporto, in modo da aiutarlo ad esprimere il proprio disagio allo specialista competente”.
Secondo il 33% degli esperti, quando i genitori sono oppressi da difficoltà personali, il rischio è che i figli sentano le loro difficoltà lasciate in secondo piano. Questo può provocare problemi tra gli adolescenti, che possono sentirsi abbandonati e messi da parte. Un altro comportamento a rischio è quello di mettere a confronto un ragazzo affetto da disordini del comportamento alimentare con altre persone o addirittura con i fratelli (29%), mettendolo così in seria difficoltà. Non è utile nemmeno, da parte di genitori e parenti, dare troppo peso all’aspetto fisico (27%), mettendo ripetutamente a disagio il ragazzo.
Quando i genitori capiscono che il figlio è affetto da un disturbo alimentare, iniziano a farsi una serie di domande che molte volte non trovano risposta. Per questo motivo Nutrimente Onlus ha deciso di lanciare nel 2016 il ‘Teen Nutritional Help’, lo sportello telefonico che permette alle famiglie di confrontarsi gratuitamente con esperti di psicologia e nutrizionisti, per affrontare al meglio la problematica dei disturbi alimentari. Un “servizio gratuito, che nasce con l’intenzione di aiutare soprattutto i genitori dei ragazzi colpiti da disturbi alimentari ad affrontare la problematica nel modo più corretto – conclude Bertelli – Numerosi studi che riguardano questo disturbo mettono in luce alcune caratteristiche familiari che possono contribuire alla loro insorgenza durante l’adolescenza. Entrambi i genitori, infatti, in epoca adolescenziale, sono chiamati a mantenere un sottile equilibrio fra cure affettuose e accettazione dell’autonomia”.
(Fonte: Adnkronos)