In Italia terapia intelligente per il cuore:
abbatte il colesterolo “cattivo”
Non lancia allarmi, avanza in silenzio e può diventare una ‘bomba a orologeria’ che rischia di mandare in tilt il cuore. “I numeri ci dicono che in Italia almeno 2 milioni e mezzo di persone tra i 35 e i 79 anni hanno un problema di ipercolesterolemia severa e 260 mila fra i 10 e gli 80 anni sono affetti da ipercolesterolemia eterozigote”, avvertono gli specialisti.
“E non è accettabile – incalzano – che solo il 20% dei pazienti sia adeguatamente trattato, mentre il 4% non lo sia, perché magari ha interrotto la terapia. Ma il dato più allarmante è che il 35% è consapevole di avere questo problema e non viene trattato, e il 41% non conosce nemmeno i propri livelli di colesterolo”. In un Paese in cui le malattie cardiovascolari sono la causa di circa 300 mila morti ogni anno.
“Il colesterolo è il principale fattore di rischio: aumenta di circa 4 volte la probabilità che si verifichi un evento cardiovascolare”, evidenzia Francesco Romeo, direttore della cattedra di Cardiologia all’università degli Studi di Roma Tor Vergata. In Italia è ora disponibile una nuova terapia intelligente: l’anticorpo monoclonale interamente umano evolocumab, che ha appena ottenuto l’approvazione dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in regime di rimborsabilità.
Capostipite di una nuova famiglia di farmaci, in associazione a statine e/o ezetimibe è indicato per i pazienti adulti con forme severe e resistenti di ipercolesterolemia primaria (incluse le forme familiari eterozigote e omozigote), e in quelli con dislipidemia mista che non riescono a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo ‘cattivo’ Ldl nonostante la terapia ipocolesterolemizzante massimizzata. Evolocumab è inoltre indicato per chi è intollerante alle statine. Il farmaco, frutto della ricerca Amgen, “ha dimostrato negli studi clinici di ridurre in sicurezza i livelli di colesterolo Ldl fino al 75% in pazienti difficili da trattare”, spiegano gli specialisti oggi durante un incontro a Milano. Il paziente lo autosomministra con un penna pre-riempita. A seconda delle indicazioni sono previste da una a 3 iniezioni sottocute, ogni 2 settimane o una sola volta al mese.
(Fonte: Adnkronos)