Tumori, nuova tecnica “soft”
per valutare lesioni al seno
Distinguere in modo non invasivo le lesioni al seno benigne da quelle maligne, evitando “biopsie spesso inutili e non affidabili”. È l’obiettivo di un innovativo sistema tomografico multimodale che punta a migliorare la diagnosi del tumore della mammella, permettendo di classificare in modo ‘soft’ le eventuali anomalie rilevate dalla mammografia. Ci sta lavorando il Politecnico di Milano che guida il Progetto Solus (Smart Optical and Ultrasound Diagnostics of Breast Cancer), finanziato con 3,8 milioni di euro dalla Comunità europea nell’ambito del programma quadro Horizon 2020.
Il progetto, durata 4 anni, si avvale di un consorzio multidisciplinare di cui fanno parte il Cea-Leti di Grenoble (Francia), l’University College London (Gb) e l’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, oltre a partner industriali – Ic-Haus di Bodenheim (Germania), Micro Photon Devices di Bolzano, Vermon di Tours e Supersonic Imagine di Aix-en-Provence (Francia) – e all’Eibir di Vienna (Austria).
“Solus – afferma coordinatrice del progetto, Paola Taroni – sfrutta concetti nuovi e rivoluzionari di fotonica ed elettronica per sviluppare nuovi componenti e in particolare l’optodo intelligente, cioè un dispositivo di piccole dimensioni e costo contenuto per la tomografia ottica. Questo approccio multimodale per l’imaging della mammella produrrà una classificazione multi-parametrica globale delle lesioni mammarie. Tutti i parametri correlati al grado di malignità delle lesioni mammarie saranno valutati simultaneamente grazie al nostro metodo”.
L’imaging a ultrasuoni – spiegano dall’ateneo meneghino – fornirà le informazioni anatomiche (già attualmente utilizzate per la diagnosi clinica); l’elastografia stimerà la rigidezza dei tessuti che tende a essere maggiore nei tumori maligni, mentre la tomografia ottica valuterà la composizione dei tessuti in termini di acqua, lipidi e collagene, i parametri funzionali del sangue (volume e livello di ossigenazione) e grandezze caratteristiche della diffusione della luce nei tessuti, che forniscono informazioni sulla loro struttura microscopica.
Il sistema sviluppato da Solus avrà potenziali applicazioni anche in altri campi: dai dispositivi indossabili per la valutazione dell’ossigenazione muscolare e della soglia per la formazione del lattato durante l’allenamento sportivo, fino alla riabilitazione medica e al monitoraggio non distruttivo della qualità dei prodotti ortofrutticoli.
(Fonte: Adnkronos)