Urban Fitness

Venti minuti come 2 ore di allenamento,
boom per un nuovo metodo con elettrodi

di oggisalute | 26 giugno 2017 | pubblicato in Attualità
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Un allenamento ‘lampo’ per essere più tonici, forti e definiti. Ma anche per recuperare da un infortunio o perdere peso. Sembra un miracolo, ma è possibile con l’aiuto di speciali elettrodi, una tuta, un macchinario e le indicazioni di un operatore formato ad hoc. Grazie a protocolli mirati che “consentono di allenare contemporaneamente 350 muscoli: così una sessione di 20 minuti permette di ottenere i risultati di circa 2 ore in palestra”. Parola di Federico Servadio, socio fondatore di Urban Fitness, un metodo disponibile in 40 centri in tutta Italia, “che conquista sempre più persone, alle prese con ritmi frenetici che ‘rubano’ il tempo da dedicare all’attività fisica: abbiamo un tasso di rinnovo dell’83% e una crescita del 25%”, spiega all’Adnkronos Salute.

A cimentarsi con il metodo sempre più sportivi, ex pigri convertiti all’attività fisica, ma anche atleti come Camillo Kaborè, che più volte ha conquistato il titolo di campione d’Italia nel salto in lungo, la giovane atleta della Nazionale italiana di sci Martina Perruchon o il campione paralimpico Simone Manigrasso. Ma come funziona? “Rispetto all’elettrostimolazione classica, usata in modo localizzato solo su alcuni muscoli, usiamo gli elettrodi attivando 350 muscoli in contemporanea, grazie a un macchinario studiato ad hoc”, spiega Servadio. Sotto l’occhio attento di operatori laureati in scienze motorie e formati ad hoc, si eseguono “lavori isometrici o isotonici con dei pesetti e pose in isometria”. Sono stati studiati protocolli mirati in base agli obiettivi: potenziare la forza, perdere peso, effettuare un allenamento dolce, o di posturologia.

Il 2017 ha visto anche la messa a punto di “specifici protocolli elaborati appositamente per  chi fa sport”. Per gli appassionati dello sci è stato infatti studiato un programma di allenamento finalizzato a sviluppare quei muscoli che lavorano intensamente nello sci alpino e nel telemark. Per gli appassionati del tennis è stato creato un percorso di allenamento, su 3 livelli, che prevede carichi di lavoro brevi ma molto intensi, nell’ottica di avvicinarsi il più possibile al modello fisiologico e e di prestazione di questo sport. Spazio anche ai golfisti con un protocollo che si concentra sul miglioramento del ‘timing’ di attivazione muscolare, in funzione dell’esecuzione di un corretto movimento tecnico e della performance.

Urban Fitness viene utilizzato anche per gli sportivi infortunati: “Consente di accorciare i tempi di recupero e ottenere risultati nell’immediato”, dice Servadio. Ma cosa sta conquistando i fan degli elettrodi? “In generale penso che la gente non si aspettasse di ottenere simili risultati in poco tempo: sessioni di 20 minuti che lasciano stremati anche i cosiddetti ‘palestrati’, perché si tratta di un allenamento davvero completo. Inoltre – continua l’esperto – si arriva senza portare nulla con sé, forniamo noi la tuta e gli attrezzi”.

A certificare i risultati, anche uno studio scientifico di cui si hanno i primi dati. A valutare il metodo Urban Fitness è stato Stefano D’Ottavio, associato in Scienze Motorie all’Università di Roma Tor Vergata. “Abbiamo i primi risultati su 30 persone, un gruppo ha testato 2 protocolli di elettrostimolazione e un altro si è allenato con un circuito di un’ora”, spiega D’Ottavio.

Ebbene, nel primo gruppo “già dopo sei sedute si vedono miglioramenti nella forza e nella potenza muscolare, e dopo 12 sedute c’è un aumento del 20% della forza. Siamo passati da 20 minuti a settimana, gradualmente, a 40 minuti a settimana”. Anche per D’Ottavio “20 minuti equivalgono a un’ora e mezza-due di allenamento in palestra”. Quanto al consumo calorico, “alcuni studi mostrano che c’è un aumento della massa magra a discapito di quella grassa”, dice l’esperto. Un metodo che in 20 minuti consente “di bruciare 450-500 calorie”, conclude Servadio, ricordando che è controindicato alle donne in gravidanza, ai portatori di pacemaker, ai pazienti ipertesi o con altre patologie che sono inadatte all’elettrostimolazione.

(Fonte: Adnkronos)

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