Studio pubblicato sulla rivista "Cognition"

Nella mano una “mappa”
dello spazio che ci circonda

di oggisalute | 19 giugno 2017 | pubblicato in Attualità
mano_bicocca

È anche grazie alla nostra mano se sappiamo muoverci nello spazio attorno a noi. Nelle mani, infatti, si trova una mappa dello spazio che ci circonda, dove al pollice è associato il basso e all’indice l’alto. A rivelarlo è lo studio ‘Sandard body-space relationships: fingers hold spatial information’ pubblicato sulla rivista Cognition, realizzato da Daniele Romano e Angelo Maravita, rispettivamente assegnista di ricerca e docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica nel Dipartimento di psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con Francesco Marini, ex dottore di ricerca dell’ateneo milanese, attualmente assegnista di ricerca all’Università di Reno (Nevada, Usa).

L’equipe ha chiesto a 40 volontari – sottoposti a un breve e leggero stimolo vibro-tattile su un pollice o un indice – di valutare se lo stimolo ricevuto fosse nella posizione alta o bassa dello spazio intorno a loro. Le mani erano posizionate in modo tale che una coppia di stimoli fosse più in alto dell’altra in modo che il pollice e l’indice di una mano fossero più in alto dell’altra.

L’esperimento – spiegano i ricercatori – ha dimostrato che le persone sono più rapide e accurate nell’individuare lo stimolo quando questo viene dato sul pollice della mano posizionata più in basso e sull’indice della mano in posizione alta.

Lo studio – osservano – ha rivelato che esistono delle associazioni tra i concetti spaziali, come le posizioni alto e basso, e le parti del nostro corpo, in questo caso le dita pollice e indice delle mani. Queste associazioni suggeriscono che le informazioni relative allo spazio siano codificate all’interno delle parti del corpo. Non è solo il nostro corpo a essere mappato nello spazio, come intuitivamente è necessario fare per muoversi e interagire con gli oggetti, ma – sottolineano gli autori – anche lo spazio viene mappato nel corpo.

Le associazioni tra i concetti spaziali e le parti del nostro corpo – aggiungono – rifletterebbero anche una postura preferenziale: i dati, infatti, suggeriscono che la postura standard del nostro corpo abbia le mani estese in avanti, con il pollice in basso e le altre dita in alto, come se fossero pronte ad afferrare un oggetto. Ciò significa che il cervello parte sempre da una stessa configurazione-base che poi trasforma durante l’elaborazione dello stimolo per individuarne la reale posizione nello spazio.

“Questa rappresentazione – spiegano Daniele Romano e Angelo Maravita – dimostra, per la prima volta nei soggetti con il sistema nervoso completamente funzionante, che la nostra interazione con il mondo esterno passa attraverso la codifica spaziale e la postura del nostro corpo. Finora, infatti, questa relazione era stata osservata solo in persone con disfunzioni del sistema nervoso (amputazione, anestesia, lesioni nervose), ma questi dati sembrano darne la prima conferma su individui sani”.

(Fonte: Adnkronos)

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