Approvato in Italia farmaco
della speranza per bimbi con Sma
Sessantaquattro giorni. Tanto è durato il percorso a velocità record che ha portato all’approvazione in Italia – con pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 27 settembre – di nusinersen, il farmaco della speranza per i bambini colpiti da atrofia muscolare spinale (Sma), grave malattia che indebolisce progressivamente la muscolatura e rappresenta la principale causa genetica di morte infantile. Nusinersen è la prima terapia al mondo per il trattamento di questa patologia. E a partire da ottobre 2016 è stato protagonista di uno dei più ampi programmi di accesso allargato (Eap) a un farmaco non ancora approvato per una malattia rara.
In Italia Biogen ha supportato e reso possibile la distribuzione in via compassionevole a circa 130 bambini con la forma più grave di Sma, quella di tipo 1. E adesso, annuncia Daniela Lauro, presidente nazionale dell’associazione Famiglie Sma, con l’autorizzazione all’immissione in commercio concessa dall’agenzia del farmaco Aifa, “tutti gli italiani affetti dalla malattia potranno sottoporsi alla cura”. Si stima circa 850 pazienti, spiegano gli esperti oggi durante un incontro a Milano. “I risultati clinici confermano l’efficacia e la sicurezza di nusinersen in un ampio spettro di pazienti affetti da Sma, con miglioramenti significativi nello sviluppo motorio e nella riduzione del rischio di morte nei bambini”, sottolinea Eugenio Mercuri, dell’Unità operativa complessa di neuropsichiatria infantile, Policlinico universitario Gemelli di Roma.
“È tempo di festeggiare – dice Lauro – I risultati clinici ci fanno sperare che con il nuovo farmaco, associato a una corretta gestione della malattia, la storia naturale della Sma non sarà più la stessa”. Quello raggiunto, però, non è solo un traguardo: “E’ l’inizio di un percorso che prevede molte altre tappe da raggiungere”, avverte. A cominciare, spiegano Mercuri ed Enrico Bertini dell’Unità di malattie neuromuscolari e neurodegenerative dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, da una diagnosi sempre più precoce fino a una riorganizzazione dei centri per accogliere il nuovo scenario aperto dall’avvento della terapia.
La Sma è una malattia neuromuscolare genetica rara che colpisce prevalentemente i bambini, con una frequenza di “1 su 10.000 nati vivi”, spiega Mercuri. Nella forma più grave, la Sma 1, l’esordio è nei primi mesi di vita se non alla nascita e “oltre il 90% dei piccoli, se non trattati, non sopravvive oltre i due anni. Nusinersen è stato approvato per l’atrofia muscolare spinale causata da mutazioni o delezioni del gene Smn1 situato sul cromosoma 5q1. La Sma-5q è la forma più comune della malattia e rappresenta circa il 95% del totale dei casi di Sma2 (forma intermedia che esordisce dopo i 6 mesi).
È una patologia con una varietà di evoluzioni. “Con la terapia non otteniamo gli stessi risultati in tutti. Ma anche non perdere una sola attività è importante, riuscire a rallentare o stoppare la corsa della malattia. Abbiamo potuto osservare per la prima volta che i punteggi clinici dei nostri pazienti cominciavano a salire”, spiega Mercuri. “Ogni genitore che ha ricevuto una diagnosi di Sma ha sempre pensato che l’arrivo di questo giorno fosse lontanissimo – riflette Lauro – Ma il sogno si è realizzato. Abbiamo un farmaco che ci aiuterà a gestire le difficoltà della malattia. Non è la cura con la C maiuscola, però permette ai pazienti di avere una vita quotidiana diversa da quella prevista fino a pochi mesi fa. Anche poter guidare una carrozzina, girarsi autonomamente nel letto, aver meno bisogno dei macchinari per respirare è un successo. Come lo è per una madre sentire di nuovo la parola mamma”.
L’approvazione di nusinersen si basa in gran parte sui risultati di 2 studi registrativi multicentrici e controllati, tra cui i dati definitivi dello studio Endear (per la Sma a esordio infantile) e i dati ad interim dello studio Cherish (per la Sma a esordio tardivo), che hanno dimostrato un’efficacia “clinicamente e statisticamente significativa e un profilo beneficio-rischio favorevole”. L’approvazione è stata ulteriormente sostenuta dai dati dello studio in aperto Nurture, ottenuti nei piccoli pre-sintomatici con diagnosi genetica di Sma e con possibilità di sviluppare Sma di Tipo 1, 2 o 3. “I dati osservati negli studi registrativi sono stati fin da subito chiari e promettenti – commenta Mercuri – tanto che per la prima volta si è deciso di interromperli prima del termine, per permettere a chi si trovava nel gruppo placebo di ricevere il trattamento”.
Il farmaco è stato esaminato nell’ambito del percorso di approvazione accelerata dell’Aifa, pensato per farmaci che curano malattie gravi o pericolose per la vita e rispondono a bisogni clinici non soddisfatti. Ma intanto il programma di accesso allargato aveva portato all’avviamento e alla prosecuzione del trattamento per tutti i pazienti italiani eleggibili con Sma 1 le cui famiglie ne hanno fatto richiesta. “I tempi rapidi visti in Italia non hanno uguali in Europa e il Paese rappresenta un caso di eccellenza nel mondo”, sottolinea Lauro. “L’Italia è stata tra l’altro il Paese ‘best recruiter’ all’interno dello sviluppo clinico del farmaco”, ricorda Giuseppe Banfi, amministratore delegato di Biogen Italia.
L’esperienza italiana è pubblicata sulla rivista ‘Neuromuscular Disorders’. “Abbiamo collaborato con le associazioni per rintracciare le famiglie – racconta Mercuri – e ci siamo trovati davanti a una popolazione che andava da bimbi piccoli a ragazzi più grandi che erano completamente paralizzati e attaccati a un ventilatore. E’ stata una sfida, ma i 5 centri coinvolti (Gemelli e Bambino Gesù di Roma, Centro Nemo di Milano e di Messina e Gaslini di Genova, ndr) hanno fatto squadra, hanno comunicato in trasparenza con le famiglie, ed è andata bene”. I risultati ottenuti “portano a ritenere che l’introduzione del trattamento determinerà un’evoluzione nella storia naturale della Sma, in termini di riduzione della mortalità e ridotta perdita progressiva delle funzioni motorie”, evidenziano gli specialisti. “Si apre la strada alla definizione di nuovi standard di cura, la cui applicazione richiederà la messa in campo di risorse per la formazione dei centri che faranno la terapia”.
Il farmaco si somministra per via intratecale, tramite puntura lombare direttamente nel liquido cefalorachidiano attorno al midollo spinale, sito della degenerazione dei motoneuroni causata da livelli insufficienti della proteina Smn nei pazienti affetti da Sma. “Nusinersen è un oligonucleotide antisenso, un frammento di Dna che agisce mascherando in modo specifico un elemento presente a livello del gene Smn2 residuo e aumentando la produzione di proteina Smn completa”, spiega Bertini. “Questi risultati – conclude Banfi – regalano nuove speranze a una comunità che finora non aveva trattamenti approvati per combattere la perdita della funzione motoria nel tempo. Al contrario, oggi vediamo neonati e bambini che, grazie a nusinersen, si siedono, gattonano, possono alzarsi in piedi e camminare”.
(Fonte: Adnkronos)