Dalle onde d’urto, nuove speranze
contro le “cilecche” a letto
Superare le defaillance in camera da letto senza ricorrere ai farmaci. Potrebbe essere possibile grazie a onde d’urto a bassa intensità, che si candidano a rappresentare una nuova opzione terapeutica per i pazienti con disfunzione erettile di grado lieve e moderato, circa un terzo degli oltre tre milioni di pazienti in Italia. A promuovere il trattamento – privo di effetti collaterali e non invasivo – sono i risultati preliminari del primo studio multicentrico italiano coordinato dalla Società italiana di andrologia (Sia), condotto su circa 100 pazienti. Il 70% di quelli con disturbo lieve/medio, ha smesso di utilizzare le ‘pillole dell’amore’ tornando a una sessualità spontanea, mentre per i più gravi la risposta alla terapia orale è migliorata nel 40% dei casi.
L’indagine, avviata un anno fa e tuttora in corso, ha coinvolto uomini dai 18 ai 65 anni con disfunzione erettile su base organica, in cura nei centri ospedalieri o universitari di Firenze, Napoli, Trento, Bari e Trieste. I pazienti sono stati sottoposti in media a sei sedute di onde d’urto con 3.000 colpi a basso voltaggio, successivamente è stato valutato l’effetto con un ecocolordoppler penieno e questionari sull’attività sessuale.
“I dati di follow up a sei mesi sono molto promettenti – spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia e coordinatore dello studio – Negli uomini con disfunzione erettile di grado lieve/medio, la terapia ha successo e garantisce un netto miglioramento nel 70% dei casi. Successo significa in questo caso possibile guarigione – sottolinea – i farmaci contro la disfunzione erettile hanno rivoluzionato le abitudini sessuali, ma restano cure ‘on demand’, incapaci se non in rari casi di ripristinare la funzione erettiva”.
Per l’andrologo, invece, “le onde d’urto riescono a ristabilire il meccanismo dell’erezione, consentendo il ritorno a una sessualità naturale senza necessità di programmare i rapporti. Si tratta però di una tecnica ancora emergente e la ricerca ha il compito di approfondire i meccanismi di azione della metodica. Per questo occorrono dati derivanti da studi multicentrici per definire gli effetti del trattamento nel lungo periodo”, precisa Palmieri.
La tecnologia delle onde d’urto è stata sviluppata in Israele alcuni anni fa ed è utilizzata già in altri distretti corporei, per esempio per il trattamento della calcolosi renale o come terapia antalgica. “Le onde d’urto sono onde acustiche ad alta energia – dice Nicola Mondaini, consigliere Sia – Vengono applicate sul pene attraverso specifici dispositivi, in sedute che durano circa dieci minuti e che vanno ripetute per un totale di sei trattamenti complessivi. La terapia fisica viene così portata esattamente dove serve e agisce stimolando la circolazione peniena, attraverso la crescita graduale di nuovi vasi sanguigni (neo-angiogenesi), restituendo al paziente l’erezione spontanea, perché la circolazione nel pene torna normale e può garantire un’erezione efficiente. Il trattamento non comporta rischi, dolore o effetti collaterali e ha risultati positivi anche sul dolore cronico delle patologie del pavimento pelvico. Questo apre sviluppi futuri per patologie della prostata estremamente invalidanti”.
(Fonte: Adnkronos)