Parla il biologo

Antibiotici e probiotici
nella terapia del batterio Hp

di francesco garritano | 28 dicembre 2017 | pubblicato in Attualità
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Il batterio Helicobacter Pylori è sia nemico che  amico del nostro stomaco, poiché in grado di prevenire alcune forme tumorali cardiali. Ma qual è la terapia? Approfondiremo questo aspetto, soffermandoci sull’importanza della somministrazione dei probiotici in concomitanza alla terapia antibiotica.

Terapie Helicobacter Pylori

L’HP è un batterio che colonizza la mucosa gastrica in modo transitorio causando l’infezione del microbiota gastrico e diventando dominante, ovvero spazzando via tutti gli altri batteri, anche a causa della forte acidità che riesce a sopportare. Questo può causare gastriti, ulcere o soltanto un’infiammazione se si contrae in maniera blanda; ma a prescindere dall’entità, come tutti i batteri patogeni, questo deve essere debellato tramite una terapia antibiotica.

Esistono due tipi di terapie da poter scegliere: la prima, quella standard, è della durata di 7-14 giorni utilizzando la combinazione di antibiotici (Claritromicina e Amoxicillina) insieme ad un inibitore di pompa protonica o con antagonisti dell’istamina, ma questo tipo di terapia non risulta efficace rispetto a quella combinata. Quest’ultima, invece, prevede la somministrazione di una formulazione a base di Bismuto, con Omeprazolo (Inibitore della pompa protonica), Metronidazolo e Tetraciclina, che ha mostrato una percentuale di eradicazione del 93%, rispetto a quella precedente corrispondente al 70%.

Antibiotici e probiotici

Se assumere anche solo un tipo di antibiotico può danneggiare il microbiota intestinale, pensiamo 2 o 3 di questi somministrati contemporaneamente cosa sono in grado di fare. Per valutare l’efficacia della somministrazione di probiotici in caso di HP, è stato fatto uno studio pubblicato su Microbial Pathogenesis nell’agosto del 2017, che dimostra quanto sia importante assumerli insieme ad una terapia combinata.

È stato il primo studio che si è proposto di valutare gli effetti della terapia concomitante sulla composizione del microbiota ed una possibile risoluzione alla disbiosi. Si è svolto su un gruppo di 30 pazienti in doppio cieco, suddividendoli in 3 gruppi e seguendoli per 6 mesi: il primo gruppo ha seguito la terapia standard descritta sopra, per 15 giorni, senza assumere probiotici; il secondo ha seguito la terapia antibiotica e successivamente ha assunto 1000 mg al giorno di Saccharomyces boulardii, infine, il terzo gruppo ha assunto contemporaneamente la terapia antibiotica e quella probiotica.

In seguito all’eradicazione del batterio, oltre a valutare l’efficacia maggiore della terapia combinata, rispetto a quella standard, è stato dimostrato un miglioramento delle alterazioni del microbiota intestinale, che invece si sono verificate come inevitabili nel primo gruppo, diminuendo anche i sintomi della disbiosi. Inoltre, si è verificata anche la riduzione della resistenza antibiotica, che si è manifestata come transitoria e soprattutto per i ceppi Enterobacteriaceae, Enterococcus spp. e Bacteroides spp.

Lo studio, però, si conclude sottolineando un aspetto importante, ovvero se il microbiota intestinale è già alterato, la somministrazione di questo probiotico è poco efficace; questo ci fa riflettere su quanto sia indispensabile il mantenimento di un buon microbiota intestinale sia in assenza che in presenza di patologie: nel primo caso serve a scopo preventivo, nel secondo caso a scopo “curativo”, poiché fornisce una buona base che non verrà danneggiata dall’azione dei farmaci. Quindi, l’utilizzo dei probiotici non è da consigliare soltanto nel caso dell’HP, ma anche in presenza di disbiosi o in concomitanza ad un antibiotico da assumere a causa di altre infezioni batteriche; non dimentichiamoci che l’intestino è il nostro secondo cervello e che per stare bene dobbiamo mantenerlo in salute.

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Francesco Garritano, laureato dapprima in Chimica e tecnologia farmaceutica, poi in Scienze della nutrizione, è un biologo nutrizionista che esercita la sua professione in tutte le province calabresi, a Roma, a Milano, a Vicenza ed a Taranto. Ormai da tanti anni è entrato nel network dei medici di segnale, uniti dall’acronimo Gift, il quale indica i principi sui quali si basa una sana alimentazione preventiva e curativa: gradualità, individualità, flessibilità e tono muscolare.

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