Matrimonio “salva cervello”,
fede al dito taglia rischi di demenza
Due cuori e un cervello sano. E’ la formula del matrimonio vista con gli occhi della scienza. La fede al dito, secondo uno studio pubblicato sul ‘Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry’, potrebbe avere un effetto protettivo per la mente, abbattendo il rischio di sviluppare demenza. Qualcosa di più, quindi, rispetto al ‘vissero per sempre felici e contenti’ che chiude ogni favola d’amore che si rispetti. A spezzare una lancia in favore delle nozze è un team di ricercatori dell’University College London che ha esaminato l’esito di 15 studi diversi, tutti finalizzati a esplorare la correlazione fra rischio di demenza e stato civile. Cominandone i risultati, gli autori del lavoro sono stati in grado di analizzare una significativa mole di dati provenienti da 800 mila persone di varie parti del mondo.
Da quanto emerge, restare single per il resto della propria vita potrebbe impennare il rischio di demenza del 42% rispetto alle coppie sposate. Anche chi rimane vedovo vede aumentare le proprie probabilità del 20%. Le ragioni di questo effetto scudo correlato al matrimonio potrebbero essere diverse. Le coppie che convolano a nozze, è la riflessione di Laura Phipps di Alzheimer’s Research Uk, “tendono a essere in condizioni finanziarie migliori, un fattore che è strettamente interconnesso con molti aspetti della nostra salute”. Non solo: “I coniugi possono incoraggiarsi l’un l’altro ad adottare abitudini salutari”, facendo da ‘custodi’ della salute del partner, “oltre fornire un importante sostegno sociale”.
Lo psichiatra dell’Ucl Andrew Sommerlad, fra gli autori del lavoro, evidenzia che condurre uno stile di vita più sano può avere un impatto diretto anche sulla salute mentale. “Una cosa che succede quando si sviluppa demenza è l’accumulo di danni nel cervello”, spiega l’esperto all”Independent’. “Pensiamo che questo possa essere ridotto mantenendo una condizione di salute generale, seguendo una dieta sana, facendo esercizio fisico e trattando problemi medici come il diabete. Pensiamo anche che sia possibile sviluppare quella capacità cerebrale chiamata riserva cognitiva, che permette di resistere più a lungo ai danni cerebrali. Cosa che si può riuscire a fare avendo un maggior grado di istruzione e mantenendo attiva la mente e la propria vita sociale”. La compagnia del partner e la cura che in una coppia ci si fornisce reciprocamente potrebbero quindi essere fattori che contribuiscono a ridurre il rischio di malattie mentali più avanti nella vita.
La pubblicazione dello studio arriva in coincidenza con il lancio della tradizionale campagna natalizia di Alzheimer’s Research Uk, ‘Santa Forgot’, sostenuta dall’attore Stephen Fry, e finalizzata a raccogliere fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca sulla demenza.
(Fonte: Adnkronos)