Il veleno dei serpenti causa
centomila morti all’anno
Ogni anno nel mondo oltre 100 mila persone muoiono per il morso di un serpente. “Centomila morti evitabili” secondo l’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, che lancia un appello per un accesso equo agli antidoti veramente in grado di contrastare gli effetti del veleno. La ong, che “tratta gratuitamente migliaia di casi all’anno nelle sue strutture”, auspica in particolare “lo sviluppo di un sistema di finanziamento internazionale di approvvigionamento di sieri sicuri e di qualità. Per salvare vite – sostiene Msf – c’è bisogno di mettere in piedi un meccanismo internazionale di finanziamento per gli antidoti e di includere il trattamento per il morso di serpente nelle politiche di copertura sanitaria universale”.
Il morso di serpente uccide più di qualsiasi altra malattia tropicale negletta identificata dall’Organizzazione mondiale della sanità, sottolinea l’associazione. Tra le aree più colpite c’è l’Africa sub-sahariana, dove ogni anno si registrano 20 mila vittime. Ma al bilancio complessivo di oltre 100 mila morti l’anno bisogna aggiungere “le centinaia di migliaia di persone che restano disabili in modo permanente”. Numeri che, evidenzia Msf, hanno spinto l’Oms a lanciare un piano d’azione con l’obiettivo di “rispondere alla mancanza di accesso ad antidoti efficaci e di qualità, uno dei principali ostacoli” che la ong incontra in Paesi come Sud Sudan, Repubblica Centrafricana ed Etiopia. Il tema è nell’agenda del Comitato esecutivo dell’Oms in corso in questi giorni a Ginevra.
I sieri, iniettati nei pazienti endovena, sono derivati dal sangue di cavalli che vengono ‘iperimmunizzati’ con il veleno dei serpenti. “Tempestività e qualità del siero iniettato come antidoto sono i due fattori che salvano la vita delle persone”, spiega Federica Zamatto di Msd. “Purtroppo – aggiunge – nelle aree rurali le cure sono di fatto inaccessibili, perché un trattamento di qualità costa molto più di quello che la gente guadagna in un anno intero. Per i casi più gravi sono necessarie più dosi di siero, portando oltre i 200 dollari il costo totale del trattamento”. E così, proprio “a causa degli alti prezzi degli antidoti di qualità, si ricorre spesso a prodotti più economici di dubbia efficacia e sicurezza, che nulla possono contro l’alta mortalità e disabilità derivanti dai morsi di serpente”.
“Per fermare questa crisi deve essere messo in atto il piano d’azione dell’Oms a livello nazionale, regionale e globale – esorta Msf – Gli antidoti efficaci e di qualità devono essere disponibili gratuitamente, o quanto meno a prezzi decisamente inferiori, per curare le vittime del morso di serpente”. In questo modo “più persone avranno accesso a trattamenti salvavita” invece di rivolgersi a “metodi di cura tradizionali, nessuno efficace”, avverte l’organizzazione umanitaria. Inoltre, migliorando l’accesso ai sieri validi “gli antidoti non efficaci scompariranno. Nel mercato africano si sono diffusi perché il prezzo è più economico”, ma “se gli antidoti di qualità fossero sovvenzionati dall’Oms, la produzione delle alternative più economiche e di bassa qualità non sarebbe più un business percorribile”.
Se gli antidoti ‘doc’ fossero più accessibili, proseguono da Medici senza frontiere, “le persone morse saranno trattate con il giusto dosaggio”, mentre oggi spesso non lo ricevono perché “possono permettersi solo una parte della terapia”. Un altro problema è che, “data l’inefficacia dei prodotti di scarsa qualità, gli operatori sanitari e le comunità esitano a utilizzare l’antidoto. Un migliore accesso a trattamenti di qualità è cruciale per ripristinare la fiducia della popolazione sull’uso dell’antidoto come migliore cura del morso di serpente”.
Infine, ne guadagnerebbe anche al mercato: “Molti fornitori di antidoti di qualità – osserva Msf – hanno interrotto la produzione poiché poco redditizia. Fav-Afrique, prodotto da Sanofi-Pasteur, è l’esempio più recente del ritiro di un prodotto che ha contribuito a salvare migliaia di vite. Se l’offerta e la disponibilità di antidoti efficaci di qualità fossero sovvenzionate, assicurando un prezzo economicamente sostenibile per i produttori, la domanda per i trattamenti di qualità crescerebbe”.
“Come primo passo – riferisce Medici senza frontiere – l’Oms sta valutando i sieri esistenti per l’Africa sub-sahariana per identificare cosa fa di un antidoto un trattamento efficace di qualità e far scomparire dal mercato quelli inefficaci”. Poi, “il passo successivo dovrà essere lo sviluppo di un sistema di finanziamento internazionale di approvvigionamento di sieri sicuri e di qualità. Per salvare vite – ammonisce la ong – i Paesi e i donatori devono agire ora”.
Non solo. “Per garantire una risposta globale al morso di serpente – continua l’associazione – l’Oms, i Paesi e i donatori devono anche impegnarsi a supportare la ricerca e lo sviluppo di nuovi trattamenti e nuovi strumenti diagnostici; migliorare la formazione per gli operatori sanitari e organizzare campagne di sensibilizzazione nelle comunità sulla pericolosità e le strategie di prevenzione del morso del serpente; creare un sistema di monitoraggio sul reale numero e distribuzione dei morsi di serpente nei Paesi colpiti; intensificare il lavoro per controllare la qualità degli antidoti”.
Conclude Msf: “Durante la riunione del Consiglio direttivo Oms di questo mese, gli Stati membri hanno discusso una proposta di risoluzione da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea mondiale della sanità che si terrà a maggio. La risoluzione proposta e il piano d’azione dell’Oms rappresentano una grande opportunità. E’ arrivato il momento per i governi e i donatori di prevenire morti e disabilità dovute ai morsi di serpente”.
(Fonte: Adnkronos)