Infermieri sul piede di guerra:
annunciata mobilitazione nazionale
Le sigle sindacali rappresentative del personale infermieristico nazionale preannunciano lo stato di mobilitazione, “stante le attuali prospettive d’esito del tavolo negoziale sul comparto sanità”. “Nel caso in cui la pubblica amministrazione dovesse persistere nel proprio atteggiamento di ottusità rispetto alle legittime richieste contrattuali avanzate dai sindacati, e quindi non dia all’Aran le necessarie indicazioni affinché di ciò si tenga conto nell’ambito delle attuali trattative in corso – avvertono Nursind e Nursing Up – preannunciamo già da oggi la mobilitazione del personale infermieristico del comparto sanità che, potrà trovare anche esito in uno sciopero-manifestazione nel periodo pre-elettorale, ovvero in una serie di scioperi articolati su tutto il territorio nazionale”.
“Il 2017 è stato l’anno che ha visto l’emanazione di due provvedimenti importanti per l’ambito sanitario – ricordano le sigle – la legge 24/2017 sulla responsabilità professionale e la legge di riordino delle professioni sanitarie. Per contro, la legge di Bilancio 2018 non ha provveduto a finanziare la Ria (retribuzione individuale di anzianità) come invece avvenuto per la dirigenza medica. Eppure si trattava veramente di pochi euro. Rimane irrisolta anche per questa tornata contrattuale – proseguono i sindacati – la destinazione, con conseguente definanziamento del fondo delle fasce, dell’ex indennità infermieristica”.
“L’impianto contrattuale che ci è stato proposto non prevede alcuna valorizzazione di questa professione sanitaria – accusano le sigle – su cui continua a pesare l’aumento delle cronicità e dei pazienti non autosufficienti, l’apertura dei servizi sanitari nelle 24 ore, nonché il taglio delle dotazioni organiche con un invecchiamento preoccupante della categoria che pone un serio problema di sostenibilità del sistema. A fronte di ciò, abbiamo anzi ricevuto la inaccettabile richiesta di derogare alla normativa europea sull’orario di lavoro per sospendere i riposi e lavorare continuativamente sempre di più, scaricando poi la responsabilità degli esiti direttamente sul professionista”.
“Se il legislatore ha deciso di valorizzare nominalmente la categoria parificandola alla dirigenza sanitaria sotto il profilo della responsabilità e dell’ordinistica – concludono Nursind e Nursind Up – ci aspettiamo che anche economicamente e normativamente la contrattazione riconosca gli oneri che gli infermieri italiani sopportano quotidianamente nel garantire il diritto ala salute”.
(Fonte: Adnkronos)