Imballaggio "green"

Alimenti, la ricetta “anti-spreco”:
bioplastica dai carciofi invenduti

di oggisalute | 8 febbraio 2018 | pubblicato in Attualità
iit

Un packaging ‘green’, in plastica al 100% biodegradabile fatta con i carciofi rimasti invenduti. Gli sprechi alimentari si combattono anche in laboratorio grazie alla novità presentata dall’Istituto italiano di tecnologia alla fiera Fruit Logistica di Berlino: un imballaggio in bioplastica per frutta e verdura ottenuto dagli scarti del più spinoso e fibroso degli ortaggi, nato da una collaborazione a Km 0 con Società gestione mercato di Genova (Sgm, che ha fornito la materia prima) e Ascom Confcommercio. La tecnologia, brevettata dai ricercatori del team Smart Materials dell’Iit guidato da Athanassia Athanassiou, è protagonista di un progetto di economia circolare che permetterà di riciclare ciò che resta nelle casse dei mercati ortofrutticoli.

Durante l’evento ‘The new life of fruits and vegetables – bioplastic packaging and circular economy’, ospitato all’interno della fiera presso lo Spazio Italy, Giovanni Perotto ha illustrato il primo prodotto sperimentale figlio dell’alleanza con Sgm e Ascom. Lo speciale packaging in bioplastica è stato pensato per “sostituire il tradizionale ‘alveolo’ nelle cassette di frutta e verdura per preservare l’integrità del prodotto”, spiegano dall’Iit sottolineando che l’imballaggio “è stato realizzato interamente a partire dallo scarto dei carciofi invenduti al mercato ortofrutticolo genovese”.

Il progetto si inserisce nel filone di ricerca Iit sui materiali intelligenti. “Da diverso tempo – si ricorda – nei laboratori dell’Istituto vengono sviluppati soluzioni 100% green per convertire scarti della produzione alimentare, o come in questo caso il prodotto invenduto, in un nuovo materiale plastico che sia compostabile e sostenibile per il nostro ambiente”. Ora il prototipo, ma non solo: “Per trasformare questo progetto in una realtà concreta – annuncia l’Iit – a Fruit Logistica sono stati avviati contatti con diversi potenziali investitori per far partire un progetto di startup dedicato, coinvolgendo un’ampia rete di strutture che permetta di implementare uno scale up della produzione e la commercializzazione dei prodotti”.

Il problema dell’inquinamento causato dalla plastica è ormai al centro dell’attenzione di molti governi mondiali, osservano dall’Iit riportando alcuni dati diffusi dalla Commissione europea nel rapporto ‘A European Strategy for Plastics in a Circular Economy’, in cui si sottolinea l’importanza di nuove strategie per la produzione di bioplastiche ecosostenibili: “Ogni anno in Europa si producono 25,8 milioni di tonnellate di spazzatura plastica, di cui il 31% finisce in discarica”; per quanto riguarda in particolare gli imballaggi in plastica, “si calcola che il 95% del loro valore – tra 70 e 105 miliardi di euro l’anno – venga perso a causa del loro brevissimo ciclo di vita”.

In questo contesto, i ‘cervelli’ dell’Iit hanno sviluppato “diversi processi produttivi che permettono una trasformazione totale dell’ortaggio di scarto in bioplastiche: dalla conversione del vegetale in bioplastica con un processo acquoso, alla preparazione di compositi (100% da fonti sostenibili) termoplastici e termoformabili. Queste tecnologie riescono contemporaneamente a prevenire lo smaltimento dei rifiuti vegetali, risparmiando un onere, a recuperare materia prima dal rifiuto organico e a ridurre l’utilizzo di plastica non biodegradabile e da fonti fossili”.

Prototipi come quelli in vetrina a Berlino possono essere visti come “parte di un progetto di economia circolare in cui lo scarto del mercato ortofrutticolo è stato trasformato in un prodotto utilizzato direttamente nel luogo d’origine e facilmente biodegradato a fine vita. I prodotti realizzati saranno infatti riutilizzabili proprio dagli stessi operatori grossisti del mercato associati a Fedagromercati Ascom Confcommercio, coinvolti nel progetto pilota”.

(Fonte: Adnkronos)

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