Lo smog inquina anche la mente,
più criminalità nelle città “avvelenate”
Lo smog inquina il corpo, ma anche la mente. Secondo i risultati di una combinazione di studi archivistici e sperimentali condotti da scienziati Usa della Columbia Business School di New York, l’esposizione – sia fisica che mentale – all’inquinamento atmosferico può portare a comportamenti non etici e risulta collegata per esempio a crimini o imbrogli. Il lavoro dei ricercatori è pubblicato su ‘Psychological Science’ e gli esperti suggeriscono che questa associazione possa essere guidata, almeno in parte, da un aumento dell’ansia (già evidenziato da precedenti studi).
“Questa ricerca – spiega il primo autore Jackson G. Lu – rileva che l’inquinamento atmosferico può avere potenziali costi etici che vanno ben oltre il ben noto prezzo pagato in termini di salute e ambiente”. Lo smog, ricorda, “è un problema globale serio che colpisce miliardi di persone. Anche negli Stati Uniti, circa 142 milioni di persone risiedono ancora in contee con aria pericolosamente inquinata”. In uno degli studi condotti, i ricercatori hanno esaminato i dati sull’inquinamento atmosferico (con informazioni su 6 principali inquinanti, dal particolato al biossido di zolfo) e sulla criminalità (7 categorie tra cui omicidi, aggressioni aggravate e rapine) per 9.360 città americane in un periodo di 9 anni. Quello che hanno scoperto è che le città con livelli più elevati di smog tendevano ad avere anche livelli più alti di criminalità.
Questa associazione si è confermata anche dopo che i ricercatori hanno tenuto conto di altri potenziali fattori, tra cui popolazione totale, numero di dipendenti delle forze dell’ordine, età media, distribuzione di genere, distribuzione delle razze, tassi di povertà e disoccupazione. Per stabilire un legame diretto e causale tra l’esperienza dell’inquinamento atmosferico e il comportamento non etico, gli scienziati hanno poi condotto una serie di esperimenti.
In uno di questi test sono state mostrate a 256 persone foto con scene di inquinamento o contesti con aria ‘pulita’. I partecipanti all’esperimento hanno dovuto immaginare di vivere nel luogo presentato e hanno riflettuto su come si sarebbero sentiti mentre giravano e respiravano l’aria. Poi in un altro compito apparentemente non correlato gli scienziati li hanno messi alla prova: i soggetti reclutati dovevano rispondere a un test e sono stati avvisati di un (falso) problema tecnico che permetteva di visualizzare in anticipo la risposta corretta spostando il mouse sopra le caselle, con la richiesta di non sbirciare.
A loro insaputa i ricercatori hanno poi monitorato chi ‘barava’ e hanno verificato che il gruppo di persone che aveva precedente visionato l’immagine di un luogo inquinato e immaginato di viverci imbrogliava più spesso. Altri esperimenti simili (finalizzati per esempio a monitorare chi imbrogliava sul risultato di un tiro di dado, o la tendenza a usare strategie di negoziazione non etiche) sono stati condotti con gruppi diversi, da studenti universitari degli States a adulti indiani. E i risultati erano gli stessi. E’ stata misurata anche l’ansia che è risultata espressa in misura maggiore da chi aveva immaginato di essere esposto allo smog.
Nella loro globalità, concludono gli autori, i risultati archivistici e sperimentali suggeriscono che l’esposizione all’inquinamento atmosferico, sia fisico che mentale, è collegata a comportamenti trasgressivi, attraverso anche l’aumento dei livelli di ansia. Gli autori riconoscono alcuni limiti nel lavoro condotto e auspicano ulteriori ricerche in questa direzione. Si delinea infatti, concludono, un’altra via attraverso cui l’ambiente che circonda le persone potrebbe influenzarne il loro comportamento.
(Fonte: Adnkronos)