Obesità, anoressia e bulimia:
i consigli su come affrontarle
Obesità, anoressia e bulimia. Patologie differenti che hanno in comune il corpo dei ragazzi, la loro psiche e il rapporto con il cibo. Sono i temi dell’ultimo numero di ‘A Scuola di Salute’, il magazine digitale realizzato dall’Istituto Bambino Gesù per la salute del bambino e dell’adolescente, diretto da Alberto G. Ugazio. “Da sempre, gli adolescenti hanno un rapporto dialettico con il proprio corpo – spiega Ugazio – Un rapporto che è diventato un fattore di importanza sempre crescente, soprattutto ai tempi dei social network. Questa relazione viene portata all’esterno per essere valutata attraverso like e condivisioni. Il corpo è oggetto di giudizio immediato, il selfie uno specchio pubblico, che esce dalla dimensione privata della propria cameretta”.
Anoressia e bulimia sono disturbi del comportamento alimentare (Dca) che possono presentarsi in modo estremamente variabile, fino a determinare un grave impatto sullo sviluppo sia fisico che psicologico del bambino e dell’adolescente. Si tratta di malattie complesse determinate da più fattori – spiegano gli specialisti – sia di natura genetica-biologica sia ambientale. La maggiore vulnerabilità osservata nelle ragazze adolescenti, o in giovani adulte, sembra suggerire come questi disturbi possano essere scatenati dai cambiamenti fisici e ormonali che caratterizzano la pubertà nonché da una possibile difficoltà evolutiva nel passaggio dall’infanzia alla vita adulta.
Negli ultimi anni si è registrato un esordio sempre più precoce di questi disturbi, che da un lato può essere spiegato dall’abbassamento dell’età della prima mestruazione (menarca) e da un anticipato ingresso nell’età adolescenziale, dall’altro può essere ricondotto alla prematura età in cui bambini e adolescenti sono esposti alle pressioni sociali e culturali dei media, internet e social network in particolare.
Le dinamiche familiari – spiegano gli esperti del Bambino Gesù – possono svolgere un ruolo rilevante nella gestione del disturbo del comportamento alimentare, che necessita sempre di un trattamento integrato multispecialistico (Mit, Multifocal integrated treatment). È importante per i genitori essere consapevoli che l’anoressia e la bulimia sono malattie specifiche, non un capriccio dell’adolescente né un modo di attirare l’attenzione. Occorre evitare dunque di sentirsi colpevoli o di colpevolizzare il ragazzo o la ragazza affetti da disturbo. “Il paziente anoressico o bulimico – spiegano gli esperti – non ha il controllo della propria malattia e deve essere aiutato a riconoscerla e sconfiggerla”.
L’obesità infantile rappresenta oggi una delle grandi emergenze sanitarie dei Paesi ad alto sviluppo e l’Italia detiene, in Europa, uno dei primati negativi di bambini e adolescenti con eccesso di peso. Rivolgersi al pediatra è importante, perché anche il bambino con semplice sovrappeso può presentare già in età precoce delle complicanze rilevanti come il fegato grasso (steatosi epatica), livelli elevati di insulina, trigliceridi, colesterolo, uricemia e pressione arteriosa aumentata. L’approccio dovrà essere personalizzato, perché anche se alla base dell’obesità possono esserci fattori comuni (familiarità, sedentarietà, cattive abitudini alimentari) ogni bambino, ogni ragazzo, è diverso dall’altro.
Gli specialisti del Bambino Gesù propongono consigli pratici per ridurre l’apporto calorico e diminuire il contenuto dei grassi: “Ma più che la prescrizione di diete – concludono – l’educazione alimentare, specie dell’adolescente, deve essere volta a stimolare comportamenti autonomi e corretti”, che comprendono anche un’attività fisica regolare (almeno 60 minuti al giorno)”.
(Fonte: Adnkronos)