Ritocchi per naso da selfie? Studio dimostra effetto “distorsivo”
Lo smartphone fa sembrare il mio naso grande? E’ possibile. Lo affermano i ricercatori americani, che hanno indagato sugli “effetti distorsivi” dei selfie che ogni giorno miliardi di persone nel mondo si scattano. Boris Paskhover, docente al Dipartimento di Otorinolaringoiatria della della Rutgers New Jersey Medical School, specializzato in Chirurgia plastica facciale e ricostruttiva, ha testimoniato che tanti pazienti richiedevano un intervento chirurgico per ridurre il naso. E partendo da questo dato, ha sviluppato un modello matematico ‘ad hoc’ per farli desistere.
Secondo i dati dell’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgeons, il 55% dei chirurghi riferisce che i pazienti chiedono dei ritocchi perché non si piacciono nei selfie e vogliono quindi migliorare il loro aspetto negli ‘autoscatti’.
“Soprattutto i giovani, ma non solo, oggi non fanno altro che scattare selfie da postare sui social media, ritenendo che quelle immagini siano rappresentative di come appaiono agli occhi degli altri, e ciò – spiega – può avere un impatto sul loro stato emotivo”. L’esperto ha però cercato un modo migliore per spiegare ai pazienti perché non possono usare i selfie per valutare le reali dimensioni del loro naso, migliorare così la loro auto-percezione e prendere decisioni più consapevoli sulla loro salute.
Paskhover, in collaborazione con Ohad Fried, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze informatiche della Stanford University, ha sviluppato un modello matematico in grado di dimostrare la distorsione nasale creata da foto scattate a distanza ravvicinata.
Lo studio sul modello Rutgers-Stanford, pubblicato su ‘Jama Facial Plastic Surgery’, mostra che in media un selfie, preso a circa 30 centimetri dal viso, fa apparire la base del naso del 30% più ampia e la punta del 7% più larga rispetto a quando la fotografia è stata scattata a circa un metro e mezzo, distanza standard di un fotoritratto che fornisce una rappresentazione più proporzionale delle caratteristiche del viso.
Il modello matematico si basa sulla media delle misure della testa e del viso ottenute da un campione di persone di diversa etnia e razza. Il modello ha quantificato l’effetto distorsivo del selfie considerando il viso come una raccolta di piani paralleli perpendicolari all’asse dell’obiettivo, e ha calcolato le variazioni del rapporto tra l’ampiezza del naso e la larghezza tra i due zigomi a varie distanze dalla camera.
(Fonte: Adnkronos)