Tumore alla prostata, spopola la “bombita:
protesi sessuale per gli over 50
Una vita sessuale che potrebbe sfuggire per sempre per colpa del tumore alla prostata. “Anche in Centro-Sud America sempre più uomini ‘over 50’ scoprono di avere una neoplasia che viene trattata chirurgicamente con esiti ‘drammatici’ sull’attività sessuale. Circa il 90% degli operati ha problemi di impotenza irreversibile e non risponde alla terapia orale con le famose ‘pillole del sesso’. Così aumentano le richieste della ‘bombita’, come viene chiamato nei Caraibi il meccanismo attivatore della protesi peniena”. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Gabriele Antonini, urologo-andrologo di Roma, tra gli esperti invitati al ‘XIV Salud Para todos 2018’, congresso internazionale sulla salute dei Caraibi e del Latino America che si è tenuto a L’Avana (Cuba) dal 23 al 27 di aprile.
“Si stimano in 30 milioni gli uomini in Centro e Sud America con disfunzione erettile post prostatectomia radicale – sottolinea Antonini – In Italia, con le dovute proporzioni, la situazione è sovrapponibile a quella del Sud America: almeno 3 milioni di uomini soffrono di disfunzione erettile e di questi circa 500 mila hanno tolto la prostata”. Ad avvicinare sempre più uomini con disfunzione erettile all’intervento chirurgico per l’impianto della protesi peniena sono diversi fattori. “L’utilizzo delle più moderne attrezzature, compreso il robot, non preserva il maschio dal rischio di questa complicanza che altera irreversibilmente la qualità di vita – ricorda il chirurgo, ricercatore all’università Sapienza di Roma – In più il diabete e la sindrome metabolica completano il quadro delle condizioni che possono alterare la sessualità di tutti gli uomini”.
“La protesi idraulica al pene di ultima generazione risolve definitivamente tutti i problemi di disfunzione erettile – ricorda Antonini, pioniere in Italia di una tecnica innovativa per l’impianto del dispositivo e chiamato al congresso per presentare i suoi lavori – E’ composta da due cilindri di parylene ed appunto dalla ‘bombita’, un piccolo meccanismo attivatore che viene posizionato all’interno dello scroto, completamente invisibile, che se azionato permette di gonfiare i cilindri e ridare a qualsiasi uomo la possibilità di avere un’erezione perfetta e duratura come un ragazzo di 20 anni”.
Antonini ha presentato a L’Avana, in un simposio dedicato alla medicina sessuale insieme al collega urologo cubano Ramiro Fragas, i risultati del primo anno della loro collaborazione nell’isola più grande dei Caraibi. “Il ‘ponte’ Italia-Cuba ha diversi vantaggi. L’isola offre la possibilità di abbattere sensibilmente i costi di questa procedura che negli Usa costa tre volte tanto, c’è un altissimo livello di preparazione in campo medico del personale cubano e infine il posizionamento strategico al centro del Latino America di Cuba permette di essere facilmente raggiungibile da ogni Paese del Centro-Sud America”.
“In Italia attualmente si stima in 350 il numero di impianti di protesi al pene eseguiti ogni anno – osserva Antonini – Sono passati esattamente vent’anni dalla scoperta del viagra, che ha rivoluzionato e cambiato per sempre l’approccio medico alla disfunzione erettile. Ora abbiamo qualcosa in più”.
“In 15 minuti con una incisione chirurgica invisibile sulla pancia di 2 centimetri riportiamo l’uomo a una nuova vita sessuale. La ‘pasticca blu’ – sottolinea il chirurgo italiano – è un trattamento ‘on demand’ che però nei pazienti oncologici non funziona. Per loro la protesi è la soluzione del problema. La tecnica che utilizziamo, messa a punto dal collega americano Paul Perito negli Usa, ha azzerato il rischio di complicanze in questo settore della medicina rendendo sicuro ed efficace l’impianto della protesi ed aprendo una nuova frontiera nel trattamento dei pazienti oncologici. Nella nostra casistica il rischio d’infezione è praticamente prossimo allo 0%”.
Il limite vero di questo trattamento chirurgico mini-invasivo è che “è scarsamente conosciuto e scarsamente proposto dagli stessi urologi – segnala Antonini – Molte volte è associato al falso mito del rapporto meccanico (perché si aziona la famosa ‘pompetta’), quasi fosse un sistema artificioso ed esterno all’organismo. In verità non è così: il device protesico è posizionato completamente all’interno del corpo ed assolutamente invisibile. Come una valvola cardiaca o una protesi all’anca permette di ripristinare la funzionalità di un organo altrimenti compromessa – riferisce l’urologo – E la sensibilità, il piacere e l’orgasmo che si ottengono con la protesi sono perfettamente sovrapponibili a quelli di un rapporto fisiologico”.
(Fonte: Adnkronos)