Malattie respiratorie terza causa di morte in Italia
Un paziente su tre con asma bronchiale o broncopneumopatia cronica pstruttiva (Bpco) non aderisce alla prescrizione medica. I dati più recenti confermano come l’aderenza alla terapia nell’asma e nella Bpco si aggiri intorno al 30% soltanto, contrariemente a quanto avviene per altre malattie cronico-persistenti (di tipo cardiologico, neurologico, ecc.) ove l’aderenza supera abbondantemente il 70%.
Complici di questa deriva comportamentale, tra gli altri, la necessità di assumere quotidianamente più farmaci più volte al giorno, e soprattutto la difficoltà ad usare correttamente i dispositivi (erogatori) per l’erogazione dei farmaci respiratori. L’aderenza resta molto bassa anche dopo gli episodi di riacutizzazione, con una sensibile riduzione della sopravvivenza a cinque anni dal ricovero.
La corretta utilizzazione si avvantaggia delle più moderne tecnologie di inalazione, ma non può prescindere dalla conoscenza da parte del medico delle caratteristiche dei diversi erogatori disponibili, oltre che dall’ addestramento del paziente. Purtroppo, entrambe, ancora punti dolenti. Migliorare l’utilizzo degli erogatori significa migliorare sensibilmente l’aderenza al programma terapeutico, e conseguentemente ridurre l’impatto economico di queste malattie, fino ad oltre il 20%.
IL CONGRESSO – Appuntamento giovedì 7 giugno dalle 8.30 e venerdì 8 giugno sino alle 14, a Verona, con il 1° Congresso Nazionale “I device inalatori nella governance delle malattie vie aeree”, presso il Centro Congressi Hotel Leopardi, presieduto e organizzato da Roberto Dal Negro, responsabile del Cesfar, Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria di Verona. Oltre 300 gli specialisti accreditati, provenienti da tutta Italia, con presenze di rilievo anche dall’estero.
MORTI PER MALATTIE RESPIRATORIE IN ITALIA – Le malattie respiratorie in Italia (dati Istat) sono la terza causa di morte per gli uomini (77,1 morti per 100 mila abitanti); tra le donne, invece, sono la quinta causa di morte, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. I dati del 2013, inoltre, segnano un trend in negativo rispetto al 2009: da 39.949 a 43.444, da 67,6 casi ogni 100mila abitanti ai 73. Le regioni con i maggiori decessi sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D’Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).