Boom di bagni in piscina per i giovani,
ecco le insidie da evitare
Tempo d’estate e di bagni, ma per chi non ha la fortuna di andare al mare la piscina in città rimane l’unica soluzione per trovare sollievo dal solleone. Secondo i dati elaborati in esclusiva per AdnKronos Salute dal pediatra Italo Farnetani, professore ordinario alla Libera università degli Studi di scienze umane e tecnologiche di Malta, “sono mediamente 120 milioni gli accessi di minori dai 3 ai 18 anni nelle piscine italiane ogni anno”. Un numero enorme, ma a fronte del quale “gli incidenti sono pochi”, e quando accadono “spesso sono dovuti a cause acute non legate strettamente alla piscina, come ad esempio malattie preesistenti”.
“Per la sicurezza in piscina – ricorda il pediatra – l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha emanato nel 2006 delle linee guida valide ancora oggi, che individuano i rischi in tre categorie: fisici, microbiologici e chimici. Va comunque ricordato che quasi tutte le piscine hanno un regolamento esposto al’ingresso, quindi una sicurezza di metodo esiste. Per quanto riguarda i rischi fisici, il più frequente è che il bambino scivoli e si ferisca. In genere sono ferite lievi, che non necessitano punti di sutura ma che comunque devono essere valutate dal medico”.
“Anche il rischio tetano è bassissimo – puntualizza – innanzitutto perché la vaccinazione antitetanica è obbligatoria con richiamo a 15 anni, e poi perché il batterio del tetano si trasmette con ferite molto profonde. I rischi microbiologici invece possono riguardare infezioni gastroenteriche e l’otite esterna causata da acque inquinate. Si tratta comunque di una casistica bassa, perché i sistemi di disinfezione rendono sicure le acque”.
“Il rischio chimico è quello da tenere più in considerazione – avverte Farnetani – Con l’affollamanto degli impianti nella stagione calda, infatti, aumentano anche i livelli di cloro nel’acqua, e si rischiano irritazioni per pelle e occhi. C’è poi un aspetto sottovalutato: prima di entrare in piscina la maggior parte delle persone fa solo una breve doccia, mentre dovremmo lavarci abbondantemente per togliere dal corpo le creme che normalmente utilizziamo (solari, emollienti, idratanti ecc.), tutti agenti che una volta in acqua si sciolgono e possono causare irritazioni. Anche quando usciamo dall’acqua – ricorda – dobbiamo lavarci bene, frizionando accuratamente i capelli”.
Importante anche l’igiene degli occhi: “Come prevenzione sarebbe opportuno utilizzare delle gocce di lacrime artificiali per ripulire l’occhio da derivati chimici che possono essere dannosi”. Il pediatra comunque rassicura: “Andiamo in piscina in tranquillità, i rischi sono minimi e il divertimento è tanto”. A sottolineare l’importanza della prevenzione è anche Andrea Diociaiuti, responsabile Uos Dermatosi complesse e genodermatosi dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ribadisce l’importanza della doccia, “applicando sulla pelle detergenti antisettici”, ma anche della cuffia “per evitare di veicolare in acqua i germi dei capelli”. Per evitare fastidiose verruche, il dermatologo consiglia di far indossare ai bambini “ciabatte o scarpette in silicone, ed evitare il contatto con l’acqua a bordo piscina e con le pozzanghere, dove il rischio di contagio è più alto”.
I pericoli maggiori per la pelle dei bambini piccoli sono causati dai contatti diretti tra di loro, e possono comprendere “il mollusco contagioso, non pericoloso ma che deve essere rimosso, infezioni fungine, o il piede d’atleta, favorito dall’umidità tra le dita. Inoltre – continua il dermatologo – possono capitare anche casi di impetigine o micosi da ‘fungo di mare’ che si manifesta con chiazze sulla pelle. Non sono da escludere casi di follicolite, con puntini rossi sulla schiena, infezioni superficiali non gravi che si trattano con un antibiotico locale. Sarebbe poi opportuno che i bambini piccoli nuotassero in piscine dedicate al loro uso esclusivo – raccomanda l’esperto – così da controllarli meglio ed evitare che contamino le acque con feci e vomito, che causano proliferazioni di batteri”.
Attenzione anche a non bere l’acqua della piscina, “veicolo per malattie gastrointestinali, vomito, diarrea, salmonella, e per altri agenti patogeni a trasmissione oro-fecale – aggiunge Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano – Attenzione anche alle ferite, da proteggere con appositi cerotti impermeabili, per evitare infezioni. E’ bene usare il proprio personale asciugamano e lavarlo a 40-60 gradi. Infine – conclude – chi va in piscina farebbe bene a evitare i pasti pesanti”.
(Fonte: Adnkronos)