I consigli degli esperti

Dieta grassa e colesterolo alto
mettono a rischio la prostata

di oggisalute | 16 luglio 2018 | pubblicato in Attualità
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Il colesterolo alto ‘ingrassa’ anche il rischio di sviluppare alcune importanti patologie alla prostata: l’iperplasia prostatica benigna (Ipb) e il tumore. Lo attestano due studi internazionali: il primo, pubblicato sulla rivista ‘Prostate’, ha preso in considerazione circa 36 mila uomini di età compresa tra 40 e 99 anni, di cui quasi 9mila con colesterolo alto, monitorati per un periodo compreso tra 1 e 14 anni. Dal lungo periodo di monitoraggio è emerso che i maschi con evidente propensione a mantenere o sviluppare livelli di colesterolo alto (iperlipidemia o ipercolesterolemia), ‘supportati’ anche da una dieta pesante, ricca di grassi, avevano quasi il 25% di probabilità in più di incorrere in un ingrossamento della prostata (Ipb). Infatti, il 13% di casi di Ipb sono registrati nel gruppo a maggior rischio per iperlipidemia contro meno del 6% riscontrato nei maschi con colesterolo nella norma.

Un risultato rilevante se si considera che, secondo le stime diffuse dalla Società italiana di urologia (Siu), l’Ipb colpisce il 5-10% degli uomini di 40 anni di età, e fino all’80% degli uomini tra 70 e 80 anni, mentre l’iperlipidemia interessa il 34% degli uomini, con punte del 68% per quello cattivo (Ldl). Ma non è tutto: secondo uno studio retrospettivo tedesco, pubblicato su ‘Oncotarget’, il colesterolo alto in sinergia con una terapia a base di statine, potrebbe svolgere anche una azione ‘maligna’ sulla prostata, favorendo la possibile insorgenza di un tumore, anche in forma aggressiva. La ricerca ha riguardato oltre 767 uomini affetti da un tumore della prostata localizzato e in attesa di prostatectomia radicale: di questi, i pazienti con ipercolesterolemia mostravano una incidenza superiore al 37% per lo sviluppo di un tumore della prostata, scarsamente differenziato all’istologie e localmente avanzato e/o aggressivo, con anche il coinvolgimento linfonodale nel 19% dei casi.

Una seconda dimostrazione, dunque, che il colesterolo alto rappresenta un fattore di rischio ‘pesante’ e favorente il tumore prostatico, anche nelle forme più gravi, con un rapporto di probabilità di 0.49 se associato all’uso di statine. Questi argomenti saranno al centro della campagna #Controllati2018, organizzata nelle farmacie italiane dalla Società Italiana di Urologia, che partirà nel mese di novembre. Nel frattempo, consigli e informazioni sul sito www.siu.it.

“Questi due studi – commenta Vincenzo Mirone, direttore del dipartimento di Urologia all’Università Federico II di Napoli e responsabile comunicazione della Società Italiana di Urologia – confermano l’importanza di tenere sotto controllo i livelli del colesterolo, non solo per prevenire il rischio di malattie cardiovascolari e lo sviluppo di sindrome metabolica, ma anche di malattie prostatiche e del tumore in particolare. In questo secondo caso, il fenomeno è riconducibile al fatto che tutte le cellule hanno bisogno del colesterolo per crescere, tuttavia, livelli eccessivi possono stimolare una crescita incontrollata delle cellule stesse. È stato, infatti, dimostrato che le cellule tumorali della prostata contengono livelli di colesterolo superiori a quelli presenti nelle cellule normali. Questo accade perché le cellule tumorali hanno sviluppato un meccanismo del tutto personale per superare i processi di controllo e regolazione dei livelli di colesterolo, cosicché questo finisce con l’accumularsi a dismisura inducendo la formazione del tumore”.

Solo di recente, grazie ad uno studio americano del Duke Cancer Institute, pubblicato su Cancer Research lo scorso anno, si è capito che il responsabile di questo ‘accumulo’ di colesterolo è principalmente un gene – il CYP274A1 – la cui espressione nei tumori della prostata in forma avanzata o aggressiva, è molto bassa. “Ciò significa – conclude Mirone – che il gene diventa incapace di smaltire adeguatamente ed efficacemente il colesterolo in eccesso. Una scoperta già importante, ma non conclusiva perché resta ancora da capire come poter ripristinare l’attività di questo gene, ovvero se la sua azione possa essere ad esempio supportata dalla creazione di farmaci ‘intelligenti’ in grado di inibire la produzione di colesterolo nel tumore. Dunque, in via preventiva e in attesa di risposte scientifiche, la strategia utile e necessaria è intervenire sulla correzione della dieta, limitando l’assunzione dei grassi”.

Ecco i 10 consigli alimentari degli urologi per mantenere il colesterolo nella norma e favorire il benessere della prostata:

1) Mangiare cereali, legumi e vegetali, ricchi di fibre e poveri di colesterolo.

2) Pesce, principalmente quello azzurro ricco in omega 3, almeno 2 o 3 volte alla settimana, cotto alla griglia, al cartoccio o al vapore (per limitare ulteriormente l’apporto di grassi).

3) Poco olio e condimenti, evitare burro, lardo o strutto.

4) Carne, sia rossa che bianca, ma prediligendo quella bianca e i tagli magri.

5) Frutta, in particolare i frutti rossi (mirtilli, lamponi, fragole, more) che hanno un potere antiossidante e contengono abbondanti quantità di vitamina C.

6) Molta verdura, in particolare i pomodori cotti ricchi di licopene e i broccoli o cavolfiori che hanno azione antitumorale.

7) Prediligere la frutta secca per lo spuntino, in particolare le noci e le mandorle perché ricche di proteine, fibre, minerali, vitamine e grassi insaturi.

8) Bevande come thè verde che svolge un’azione benefica sulla prostata grazie alla catechina ed epicatechina.

9) Evita l’uso eccessivo di uova in particolare il tuorlo perché ricco in colesterolo.

10) Bandire spezie, carni lavorate e insaccati che infiammano e favoriscono l’insorgenza di malattia prostatica.

(Fonte: Adnkronos)

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