Fecondazione, nati 8 milioni bimbi in provetta in 40 anni
A 40 anni dalla nascita di Louise Brown, la prima bimba concepita ‘in provetta’ e venuta al mondo il 25 luglio 1978, un panel di esperti che monitora i progressi nelle tecniche di riproduzione assistita afferma oggi che nel mondo sono oltre 8 milioni i ‘figli della Pma’. Se ne parla in occasione del congresso dell’European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre) in corso a Barcellona.
Louise Brown nacque all’Oldham General Hospital, nel Regno Unito, grazie alla procreazione medicalmente assistita (Pma) eseguita da un ovocita raccolto da ciclo naturale. A firmare questo successo il biologo di Cambridge Robert Edwards (fra i fondatori dell’Eshre e insignito del premio Nobel per la Medicina) e il ginecologo Patrick Steptoe.
Christian de Geyter, presidente dell’Ivf Monitoring Consortium dell’Eshre, che presenta oggi i dati al convegno, fa però notare che la disponibilità dei trattamenti di riproduzione assistita rimane molto frammentaria in Europa, con Danimarca e Belgio che offrono ciascuno più di 2.500 cicli di trattamento per milione di abitanti, mentre altri (come Austria e Italia) ne offrono molti di meno. Uno studio ha calcolato che la necessità globale di trattamenti avanzati per la fertilità è di circa 1.500 cicli per milione di abitanti l’anno. E “solo una minoranza di Paesi europei soddisfa questa esigenza”, ha affermato De Geyter.
La cifra odierna degli 8 milioni di bimbi nati in vitro in 40 anni, calcolata grazie ai dati dei registri nazionali dal 1991 al 2014, rappresenta comunque un forte aumento nell’uso dei trattamenti contro l’infertilità: le stime indicano che in media oltre mezzo milione di bambini nascono ogni anno grazie alla Pma e che in tutto vengono effettuati oltre 2 milioni di cicli di trattamento.
In Europa, secondo il registro Eshre che monitora le attività a partire dal 2007, la Spagna rimane il Paese più attivo nella riproduzione assistita con 119.875 cicli di trattamento eseguiti nel 2015, seguita da Russia (110.723 cicli), Germania (96.512) e Francia (93.918). Guardando al registro italiano dell’Istituto superiore di sanità, nel 2015 risultano 95.110 i cicli di trattamento iniziati e 12.836 i bambini nati vivi nel nostro Paese.
I cicli monitorati da Eshre comprendono trattamenti con Fiv (la fecondazione in vitro), Icsi (l’iniezione intracitoplasmatica) e la donazione di ovuli. Il rapporto è relativo a circa 800.000 cicli di trattamento eseguiti per un totale di 157.449 bambini nati e rappresenta la più grande e accurata fotografia della Pma in Europa. De Geyter stima che il rapporto comprenda circa l’80% di tutti i trattamenti di fertilità in Europa, ma quest’anno è escluso il Regno Unito, che esegue circa 60.000 trattamenti all’anno.
Tra gli altri risultati, i tassi di gravidanza sembrano essersi stabilizzati in Europa a circa il 36% per Fiv e Icsi. I risultati migliori si ottengono trasferendo embrioni coltivati in laboratorio per cinque giorni (allo stadio, quindi, di blastocisti) rispetto a tre giorni. Ancora, i tassi di gravidanza da donazione di ovociti (da donatrici più giovani di quanto siano le aspiranti mamme) continuano a salire e sono ora a circa il 50%.
Il tasso di gravidanza gemellare continua invece a diminuire in Europa: nel 2015 era di circa il 14% di tutti i cicli di Pma eseguiti. Questo anche perché aumenta il tasso di trasferimento di singoli embrioni: dall’11% nel 1997 al 38% nel 2015. A guadagnare terreno è anche la tecnica del congelamento degli embrioni: nel 15% dei cicli di trattamento monitorati nel 2015 sono stati congelati prima di essere trasferiti, in un ciclo successivo, nell’utero materno. L’adozione dell’approccio ‘freeze-all’ è aumentato del 7% rispetto all’anno precedente.
(Fonte: Adnkronos)