Stress da ufficio? Con scrivanie “open” aumenta benessere
Uno spazio libero, senza divisori tra le scrivanie, potrebbe essere più salutare per chi lavora in ufficio. E’ quanto sostiene una ricerca pubblicata online su ‘Occupational & Environmental Medicine’, dalla quale emerge come un ambiente ‘open’ sia collegato a livelli più alti di attività fisica durante il lavoro, e a livelli più bassi di stress al di fuori dell’ufficio.
Per arrivare a questo risultato, i ricercatori hanno reclutato 231 impiegati governativi statunitensi che lavoravano in tre diverse tipologie di ufficio: configurazione ‘open bench’ con divisori nulli o molto bassi tra le scrivanie, cubicoli con pareti alte e uffici privati. I lavoratori hanno indossato per tre giorni consecutivi e due notti dei sensori per monitorare l’attività cardiaca e fisica, in grado di catturare l’intensità di qualsiasi movimento. Inoltre, ogni ora hanno risposto ad alcune domande sui loro smartphone per valutare il loro stato d’animo attuale.
Dopo aver completato il test, hanno compilato un sondaggio per valutare i livelli complessivi di stress. Ebbene, l’analisi dei dati ha dimostrato che chi lavorava negli uffici open space con scrivanie ‘libere’ aveva accumulato più attività fisica rispetto ai lavoratori nei cubicoli (+20%) o negli uffici privati (+32%).
I livelli di stress erano significativamente più alti tra gli impiegati più anziani, mentre quelli relativi all’attività fisica erano più bassi tra le donne rispetto agli uomini. I ricercatori hanno associato livelli più elevati di stress da ufficio a livelli più elevati di stress al di fuori dell’ufficio, mentre chi era più attivo fisicamente – osservano – aveva livelli di stress al di fuori del luogo di lavoro minori del 14% rispetto a chi era meno attivo.
Questo studio, spiegano i ricercatori, è il primo che dimostra come una configurazione ‘open’ “potrebbe essere un fattore positivo nel promuovere livelli di attività fisica sul lavoro”. E aggiungono: “Data l’importanza dell’attività fisica per la salute, il fatto che il tipo di postazione possa influenzare il modo in cui le persone si spostano al lavoro non dovrebbe essere trascurato in ambito sanitario”.
(Fonte: Adnkronos)