La pasta è il primo ricordo
degli italiani: affiora già a 4 anni
Ricordare cosa ci è successo nei primi anni di vita è quasi impossibile. Ciò che di solito riaffiora dalla nostra memoria sono sensazioni e frammenti di immagini, ma anche sapori. La pasta, per esempio, lascia la sua traccia indelebile nel nostro imprinting gustativo e nell’ippocampo già in tenerissima età: per 9 italiani su 10 (88%) il primo ricordo di pasta risale a prima degli 8 anni, ma il 46% lo colloca addirittura prima dei 4 anni, proprio nel periodo in cui comincia a svilupparsi la memoria permanente. E la ‘pasta della memoria’, per un italiano su 2, è quella al pomodoro, al vertice tra le ricette del cuore assieme al ragù. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata da Doxa per Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), condotta su un campione rappresentativo di 1.000 italiani di età superiore ai 15 anni.
Dal piatto preparato dalla mamma o dalla nonna alla ricetta speciale del pranzo della domenica, fino alla spaghettata sui libri preparando un esame, il primo ricordo della pasta si intreccia con la sfera degli affetti familiari. Il 73% degli intervistati, ripensando al contesto della sua prima pasta, ricorda un momento di normale quotidianità in casa; il 16% evoca il pranzo della domenica, quando tutta la famiglia si trova riunita attorno al tavolo.
Un binomio, quello pasta-famiglia, confermato anche dagli 8 italiani su 10 che ne associano il primo ricordo ai genitori (62%) e ai nonni (18%). Per il 45% del campione il ricordo si sovrappone a ‘casa e famiglia’ (soprattutto tra le donne al Sud e tra gli over 55). Per un altro 17% richiama ‘convivialità e condivisione’ o ‘amicizia e amore’. Per il 25%, pasta è sinonimo di ‘italianità’ (soprattutto tra gli uomini, nella fascia di età 15-24 anni, residenti al Nord Ovest).
Per un italiano su 2 (49%) il primo ricordo è dunque per la pasta al pomodoro; al secondo posto la pastina/minestra della sera (18%, soprattutto tra i 15-24enni e gli over 65 residenti al Nord Est), e al terzo la lasagna/pasta ripiena della domenica (il 17% del campione, soprattutto al Nord Ovest). Il primato della pasta al pomodoro è meno schiacciante solo tra i millennials: per un under 25 su 4, la pasta dell’infanzia sono ‘minestre e ricette tipiche regionali’.
Tra le paste al sugo quella al ragù vince con il 31% delle preferenze, battendo di poco quella condita con il pomodoro (29%). La passione per queste due salse divide il Paese in modo netto: il ragù prevale al Nord e nel Centro Italia, mentre nel Sud la ‘pummarola’ sbaraglia ogni avversario. La pasta al pomodoro è la preferita degli over 65, mentre tra i più giovani, accanto al ragù, si registrano picchi di preferenze per lasagne (soprattutto tra i 25 e i 40 anni) e carbonara (specialmente tra i millennials).
Due italiani su 3 (il 65%) hanno cucinato la pasta per la prima volta da bambini (soprattutto le donne e nel Centro Italia) o adolescenti (specie al Nord). Tra gli over 55 si registra la più elevata percentuale di quanti hanno iniziato a cucinarla in età adulta. Con una curiosità: un uomo su 10 afferma di non aver mai cucinato la pasta. La pasta più semplice e iconica è anche la prima che gli italiani hanno mai preparato (o che ancora oggi cucinano più spesso).
Per chi è stata preparata la prima volta? Soprattutto per se stessi (47%, con punte del 66% tra i maschi e gli under 25) o per la famiglia (42%, con punte del 60% tra le donne e gli over 65). Solo uno su 10 ha tentato per la prima volta questo esperimento per gli amici o per il fidanzato dell’epoca.
“La scienza ci ha spiegato che la pasta rende felici perché contiene triptofano e stimola la serotonina, cioè l’ormone della felicità – osserva Cristiano Laurenza, segretario dei pastai di Aidepi – Questa ricerca aggiunge che è anche il nostro cibo del cuore, una parte importante del nostro passato affettivo che costituisce la nostra identità oggi”.
(Fonte: Adnkronos)