L’asma può contribuire
all’epidemia di obesità infantile
L’asma potrebbe avere un ruolo nell’epidemia di obesità infantile. E’ la tesi suggerita da uno studio internazionale che si è concentrato su oltre 20 mila giovani in tutta Europa, Italia compresa. Il lavoro ribalta l’idea attuale più diffusa sul legame fra le due patologie, che vede l’obesità come un precursore dell’asma nei bambini e non viceversa. Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista ‘European Respiratory Journal’, porta la firma di 40 scienziati ed è il più ampio finora condotto su asma a esordio precoce e obesità.
Gli autori mostrano che i bambini colpiti dalla patologia respiratoria, al di là dei sibili e della mancanza di fiato, diventano più suscettibili ad altri problemi di salute più avanti nella vita e hanno maggiori probabilità di diventare taglie XXL. Per Lida Chatzi, autore senior del lavoro e professoressa di Medicina preventiva dell’University of Southern California, asma e obesità rappresentano un fattore decisivo per la salute dei più piccoli, il che – evidenzia – solleva preoccupazione per una crisi di salute pubblica dovuta alla loro prevalenza.
“Ci allarmiamo perché l’asma colpisce per esempio circa 6,5 milioni di bambini – più o meno uno su 10 – negli Stati Uniti”, evidenzia la scienziata. “È un disturbo cronico dell’infanzia e, se aumenta il rischio di obesità, possiamo consigliare genitori e medici su come trattarlo e intervenire per aiutare i bambini a crescere e godersi una vita adulta in salute”. Per due decenni, gli scienziati hanno documentato le due epidemie parallele, concentrandosi di più su come l’essere oversize potesse essere un fattore di rischio per l’asma. Ma le relazioni tra le due patologie sembrano essere diverse nei bambini, riflettono gli autori.
Pochi studi analizzano il problema invertendo il punto di vista, per capire come invece l’asma contribuisca all’obesità nei bambini, e gli scienziati hanno voluto indagare. Basandosi su big data sulla salute infantile raccolti in tutta Europa, hanno studiato 21.130 bambini nati tra il 1990 e il 2008 in 9 paesi: Italia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito. I casi di asma considerati erano stati diagnosticati tutti tra i 3 e i 4 anni. I baby europei sono stati seguiti fino agli 8 anni.
In media, gli scienziati hanno scoperto che i bambini con diagnosi di asma avevano il 66% di rischio in più di diventare obesi rispetto ai coetanei non affetti dalla malattia respiratoria. Per i bambini con sintomi sibilanti persistenti, il rischio di sviluppare obesità era del 50% maggiore rispetto ai bambini che non li avevano. Ancora, i piccoli con asma attiva avevano quasi il doppio delle probabilità di sviluppare obesità rispetto a quelli senza asma e respiro affannoso. La direzione causale tra le due patologie non è ben compresa, evidenziano gli esperti. L’asma è considerata una barriera all’attività fisica che potrebbe portare all’accumulo di grasso nel corpo, mentre è stato ipotizzato anche che dosi più alte di corticosteroidi inalatori potrebbero aumentare il rischio di obesità nei baby-pazienti asmatici. Secondo lo studio, effettivamente i bambini con asma che usavano i farmaci avevano il maggior rischio di sviluppare obesità.
Poiché entrambe le condizioni hanno origine nelle prime fasi di vita di questi ragazzi è possibile che l’associazione asma-obesità sia stabilita anche in questa finestra temporale cruciale dello sviluppo del bambino. “L’asma può contribuire all’epidemia di obesità e dobbiamo urgentemente sapere se la prevenzione e il trattamento adeguato della patologia possano ridurre la traiettoria” che porta alla taglia XXL, conclude Frank Gilliland, docente di Medicina preventiva alla Keck School of Medicine, che ha partecipato allo studio.
(Fonte: Adnkronos)