La sfida delle assicurazioni, prevenzione
su misura con “cerotti sensore”
Nell’era della telemedicina e dei device indossabili, delle App di salute e degli assistenti virtuali, dei robot sempre più umani e dei droni, anche il mondo delle assicurazioni si misura con la prova hi-tech. Gli investimenti si sono intensificati, assicurano i vertici del settore, e cresce sempre più l’interesse per l’innovazione come strumento per personalizzare i pacchetti offerti sul tema salute. Con un focus che si sposta sulla prevenzione. C’è chi punta sul ‘coach virtuale’ che dà consigli su dieta e stili di vita sani, chi si concentra sull’offerta di servizi ‘smart’ e chi parte dalla mappatura del rischio individuale attraverso device indossabili – scommettendo in particolare su ‘patch elettronici’ del futuro, ‘cerotti sensore’ in grado di “garantire una rilevazione continuativa dei parametri vitali” – per disegnare pacchetti specifici per il mantenimento del buono stato di salute.
Parola d’ordine: prevenzione su misura. E innovazione tecnologica. I temi clou affrontati a Milano – con il robot umanoide Sophia come ospite d’onore – in occasione del secondo meeting annuale dell’osservatorio Innovation by Ania, dedicato a ‘Innovazione e Welfare: salute e benessere nell’era digitale’. “Da alcuni anni una profonda rivoluzione sta mutando radicalmente il nostro modo di vivere e rapportarci e sta trasformando i modelli economici e sociali e le politiche messe in campo dai governi per i cittadini – osserva Maria Bianca Farina, presidente Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) – Abbiamo visto chiaramente come è in atto un percorso virtuoso che supera la cura e passa alla prevenzione. Noi assicuratori siamo concentrati su questa sfida, vogliamo essere partner del benessere. Vedo nella tecnologia, ben utilizzata e guidata dal buonsenso, un supporto enorme per il nostro futuro soprattutto nel campo della salute”.
L’innovazione come “chiave per rilanciare il ruolo sociale dell’assicurazione, che è stata per lungo tempo la tutela degli assicurati rispetto a degli eventi di natura catastrofale, a delle malattie particolarmente gravi. Ora invece – fa notare Marco Vecchietti, amministratore delegato e direttore generale Rbm Assicurazione Salute – la nostra interpretazione è l’assicurazione del buono stato di salute, con l’obiettivo di finanziare tutte quelle cure e trattamenti, ma anche protocolli di natura preventiva, che siano in grado di impedire o differire l’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili. Grazie alla sempre maggiore diffusione di patch (cerotti digitali) e wearables (indossabili) è possibile acquisire informazioni genomiche e parametri vitali per conoscere anticipatamente la mappa dei rischi, attivando polizze sanitarie che investono le risorse su percorsi di cura mirati e a maggior valore aggiunto”.
(Fonte: Adnkronos)