Ricerca

Scoperto un gene chiave
nel cancro del colon-retto

di oggisalute | 21 marzo 2019 | pubblicato in Attualità
colon-retto

Individuato un nuovo meccanismo molecolare che contribuisce allo sviluppo del tumore del colon-retto, il secondo più frequente in Italia con una stima di circa 51.300 nuovi casi nel 2018. Ricercatori dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb) hanno pubblicato lo studio sul ‘Journal of Experimental & Clinical Cancer Research’.

“La sopravvivenza al tumore del colon-retto è associata allo stadio al momento della diagnosi e per questo è particolarmente importante una diagnosi precoce – spiega Antonio Musio, ricercatore del Cnr-Irgb e coordinatore dello studio – Dai nostri risultati emerge che il gene SMC1A ha un’elevata frequenza di mutazioni e amplificazioni nella fase in cui la mucosa intestinale si trasforma da normale a tumorale. Il prodotto del gene SMC1A fa parte di un complesso proteico, la coesina, che contribuisce a una corretta divisione cellulare e inoltre regola l’espressione genica. Inoltre i livelli di espressione della proteina correlano con l’avanzare del processo neoplastico”.

“In questo lavoro, grazie a tecniche all’avanguardia come la Next Generation Sequencing che consentono di analizzare rapidamente i livelli di espressione di migliaia di geni – continua lo scienziato – abbiamo osservato che l’amplificazione di SMC1A è accompagnata dalla regolazione alterata di centinaia di altri geni. E’ interessante notare come i cambiamenti nei livelli di espressione siano piccoli. Ciò suggerisce che dopo il primo evento, l’amplificazione del gene SMC1A, il tumore necessiti dell’effetto cumulativo di piccoli cambiamenti nell’espressione genica di numerosi altri geni”.

Lo studio rappresenta secondo gli esperti un significativo contributo alla ricerca sul cancro. “Comprendere i meccanismi molecolari che caratterizzano il tumore è diventato fondamentale nell’era della medicina di precisione – conclude Musio – Il gene potrebbe rappresentare un bersaglio molecolare per impedire il processo neoplastico e aprire nuove prospettive per la cura del tumore del colon-retto”.

Allo studio hanno partecipato l’Università di Pisa, l’Università di Genova, l’Irccs Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, la Fondazione pisana per la scienza Onlus, l’Istituto di linguistica computazionale del Cnr, l’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza e l’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, con il sostegno di Airc.

(Fonte: Adnkronos)

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