Arriva in Italia il primo vaccino quadrivalente su coltura cellulare
Sarà disponibile da settembre in Italia il primo vaccino antinfluenzale quadrivalente prodotto su coltura cellulare, che permetterà una riduzione del carico della malattia causato dall’influenza e, solo in Italia, di evitare 763 mila casi di influenza e 200 mila visite mediche in più rispetto allo scenario attuale. Il nuovo vaccino QIVc, messo a punto da Seqirus (azienda parte del gruppo australiano Csl Limite), è stato presentato oggi alla stampa a Roma. Il vaccino è stato inserito nella circolare ministeriale e rientrerà nelle gare per le prossime forniture di Asl e Regioni già dalla stagione 2019-2020. In Usa è in commercio dal 2016 e sono state distribuite 50 milioni di dosi.
Uno studio presentato alla Canadian Immunization Conference (Cic) relativo a un’analisi effettuata su oltre 1,3 milioni di cartelle cliniche, ha evidenziato come negli Stati Uniti, durante la stagione influenzale 2017-18, il vaccino quadrivalente prodotto su coltura cellulare sia stato più efficace del 36,2% rispetto ai quadrivalenti standard coltivati su uova nella prevenzione delle sindromi influenzali nelle persone a partire dai 4 anni. Gli esperti hanno ricordato “che in Italia, l’influenza colpisce ogni anno in media più di 5 milioni di persone. La scorsa stagione è stata definita ‘ad alta intensità’, con oltre 8 milioni di persone colpite da sindrome influenzale”.
Altro aspetto sottolineato dagli esperti è quello della valutazione di costo-efficacia dei vaccini messi a disposizione della popolazione è fortemente raccomandata sia dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che dal ministero della Salute. Uno studio dell’ospedale Bambino Gesù di Roma e della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che sarà pubblicato a breve, ha sviluppato un innovativo modello matematico al fine di valutare il possibile impatto sociosanitario ed economico dell’introduzione in Italia del vaccino antinfluenzale quadrivalente su coltura cellulare. “L’introduzione in Italia permetterebbe (in una stagione di media incidenza) di evitare più di 700 mila casi di influenza e 200 mila visite mediche in più rispetto allo scenario attuale”, ha affermato Caterina Rizzo dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
“Abbiamo avuto un periodo iniziale di bassa incidenza, protrattosi fino alla fine di dicembre 2018, seguito da un intensificarsi dell’attività virale con l’inizio del nuovo anno – ha precisato Giovanni Rezza, direttore dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – Nelle prime cinque settimane del 2019 l’incidenza è aumentata fino al raggiungimento del picco epidemico, con un livello pari a circa 14 casi per mille assistiti, valore che colloca la stagione a un livello di ‘alta intensità’. In totale, dall’inizio della stagione influenzale, sono stati stimati circa 8.104.000 i casi di sindrome influenzale e sono stati segnalati 809 casi gravi di influenza confermata, dei quali 198 deceduti. Per quanto riguarda i casi gravi l’81% dei soggetti risultava non vaccinato”.
Secondo il Cdc, Center for Disease Control and Prevention statunitense, i virus influenzali coltivati su uova subiscono dei cambiamenti che inducono l’organismo a produrre degli anticorpi meno efficienti nel prevenire la malattia causata dallo specifico virus influenzale in circolazione. Mantenendo, invece, il virus nelle cellule sin dall’isolamento iniziale, si riduce il rischio di cambiamenti del virus causati dall’adattamento alla crescita su uova e, quindi, il vaccino conterrà componenti virali più simili a quelli del virus circolante.
“La grande sfida è quella dell’appropriatezza – ha osserva Paolo Bonanni, Ordinario di Igiene all’Università di Firenze – Oggi, grazie alla presenza di vaccini diversificati come il quadrivalente e il trivalente adiuvato e alle indicazioni contenute nelle linee guida ministeriali per il controllo e la prevenzione dell’influenza, possiamo davvero offrire una prevenzione mirata in base all’età e alla condizione del paziente. Tuttavia, non dobbiamo mai smettere di cercare nuove tecniche per fare in modo che la protezione offerta sia la massima possibile. In questo senso gli studi scientifici hanno dimostrato che alcuni virus di tipo A/H3N2, quando vengono coltivati su uova, subiscono cambiamenti che portano a una riduzione dell’efficacia dei vaccini antinfluenzali stessi. Quando il vaccino viene invece prodotto con procedimenti interamente estranei alla coltura su uova, come quella su substrato cellulare, le componenti del virus A H3N2 sono in grado di offrire una protezione più mirata, e pertanto potenzialmente migliore”.
“La speranza per il futuro – aggiunge Bonanni – è che sempre più persone si vaccinino per l’influenza stagionale e che grazie alla disponibilità dei vaccini prodotti con coltura cellulare si amplino le opzioni disponibili per prevenire il rilevante tasso di ricoveri e di mortalità correlati all’influenza che si registra ogni anno in Italia e in Europa”.
“Siamo orgogliosi di poter rafforzare il nostro ruolo di leader nella prevenzione dell’influenza rendendo disponibile sul mercato il primo vaccino antinfluenzale quadrivalente prodotto utilizzando interamente la coltura cellulare, un prodotto che, grazie alla precisa corrispondenza antigenica tra virus del vaccino e virus selvaggio, ci auguriamo possa offrire nuovi strumenti alla sanità pubblica per rafforzare la lotta all’influenza e alle sue pericolose complicanze – ha affermato Maura Cambiaggi, managing director Seqirus Italia – Questa tecnologia rappresenta uno dei cambiamenti più significativi introdotti nella produzione dei vaccini antinfluenzali dagli anni ’40 a oggi e si affianca al nostro vaccino trivalente adiuvato prodotto su uova che, grazie alle proprietà dell’adiuvante, resta l’opzione di scelta, sia in termini di efficacia di prevenzione dell’influenza che di costo-efficacia, nella popolazione anziana”.
(Fonte: Adnkronos)