Contrordine sull’isteria, la causa è neurochimica e non psicologica
La ricerca italiana ‘smentisce’ Freud. Uno studio tricolore stravolge infatti le ipotesi finora più accreditate sull’origine dell’isteria: le sue cause non sarebbero psicologiche bensì neurochimiche, legate all’alterazione dei livelli di un neurotrasmettitore nel cervello, quindi misurabili e forse contrastabili con farmaci mirati. La scoperta è pubblicata su ‘Neurology’, rivista dell’Accademia americana di neurologia, e porta la firma dei ricercatori del Centro ‘Aldo Ravelli’ dell’università Statale di Milano, Asst Santi Paolo e Carlo. “Il lavoro – annunciano gli autori – individua una corrispondenza tra aumento di glutammato nelle aree cerebrali che appartengono al sistema limbico e la gravità di alcune alterazioni psicologiche in pazienti con disturbo neurologico funzionale”.
L’isteria, nel linguaggio medico moderno ‘disturbo somatoforme’ o ‘disturbo neurologico funzionale’, si caratterizza per la presenza di problemi del movimento come paralisi o perdita di forza a un braccio o a una gamba, disturbi del cammino, tremori, convulsioni. Finora – ricordano gli scienziati – si è ritenuto che queste manifestazioni non avessero una base organica, ma puramente psicologica. Basti pensare che l’isteria fu un ‘cavallo di battaglia’ di Sigmund Freud: il padre della psicoanalisi fondò buona parte delle sue teorie sullo studio di questa condizione, definendo il metodo psicoanalitico proprio nel tentativo di comprenderne il meccanismo e trovare un trattamento. Terapia che ad oggi resta spesso insoddisfacente.
Ora il team del Centro Aldo Ravelli diretto da Alberto Priori, in collaborazione con il Dipartimento di Bioingegneria dell’università degli Studi di Trieste, ha rilevato appunto “una corrispondenza diretta tra aumento del neurotrasmettitore glutammato nelle aree del sistema limbico – coinvolto nella regolazione delle emozioni, dell’umore di alcune alterazioni psicologiche – e la gravità di alcune alterazioni psicologiche in pazienti affetti da disturbo neurologico funzionale, una variante specifica del disturbo somatoforme”. Risultati che “rivoluzionano le ipotesi sulle cause del disturbo isterico, spostandole da quelle impalpabili di tipo psicologico a quelle misurabili di tipo neurochimico”.
Gli scienziati hanno studiato 10 pazienti affetti da disturbo neurologico funzionale, confrontandoli con un gruppo di 10 coetanei sani. Per farlo hanno utilizzato la risonanza magnetica spettroscopica del cervello (Mrs), una particolare tecnica neuroradiologica che permette di misurare la composizione chimica di specifiche aree del cervello in modo non invasivo: richiede infatti al paziente l’esecuzione di una semplice risonanza magnetica cerebrale.
Dalla valutazione è emerso che nei pazienti “il contenuto di glutammato è molto aumentato nelle aree del cervello che appartengono al sistema limbico coinvolto nella regolazione delle emozioni, dell’umore, del comportamento e del sistema nervoso autonomo. L’incremento del glutammato limbico”, inoltre, “è proporzionale alla gravità di alcune alterazioni psicologiche misurate” nelle persone affette dal disturbo.
“Lo studio è di grande importanza per diversi motivi – commenta Orsola Gambini, uno degli autori e direttrice della Clinica psichiatrica dell’ospedale San Paolo, Polo universitario della Statale di Milano – In primo luogo individua un marcatore organico di questa condizione, misurabile in modo non invasivo che potrà avere importanza diagnostica. Poi, per la prima volta, sappiamo quale è l’alterazione chimica alla base del problema, così da pensare nuovi trattamenti mirati al glutammato limbico”.
(Fonte: Adnkronos)