Allarme tetano, Italia prima in Europa
per casi segnalati
L’ultimo caso è quello di una bambina di 10 anni a Verona, colpita dal tetano e ancora in gravi condizioni, perché non vaccinata. Ma il tetano, che si riteneva ‘sconfitto’, fa paura anche in Europa: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha rilasciato il report 2017. Ebbene, l’Italia tra il 2013 e il 2017 ha registrato il 44,3 % (231) di tutti i casi di tetano (522) tra i 26 stati membri dell’Ue/See. Il 78% dei contagiati aveva più di 65 anni. E quanto ai casi segnalati, l’Italia è in testa anche nel 2017 con il 40% del totale, che diventa il 63% tra quelli confermati.
Il report del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ribadisce che “a causa della sua pericolosità, il tetano rappresenta un rischio per le persone non vaccinate o immunizzate in modo insufficiente”. Il documento evidenzia inoltre che “c’è bisogno di mantenere un’elevata immunità in tutte le fasce d’età e la consapevolezza che il virus è una minaccia”. La mortalità può variare dal 10% al 70% a seconda del trattamento, dell’età e della salute generale del paziente. Nelle fasce di età più giovani e più anziane e in assenza di terapia intensiva, i casi fatali si avvicinano al 100%.
Il tetano è una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani. Il batterio è normalmente presente nell’intestino degli animali (bovini, equini, ovini) e nell’intestino umano e viene eliminato con le feci. Le spore possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso la polvere e la terra. Possono penetrare nell’organismo umano attraverso ferite dove, in condizioni opportune (che si verificano specialmente nei tessuti necrotici), si possono trasformare nelle forme vegetative che producono la tossina.
Nella maggior parte dei casi, il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni. Generalmente, più breve è il periodo di incubazione più grave è il decorso clinico. “In Italia la vaccinazione antitetanica è stata resa obbligatoria dal 1938 per i militari, dal 1963 per i bambini nel secondo anno di vita e per alcune categorie professionali considerate più esposte a rischio di infezione (lavoratori agricoli, allevatori di bestiame) – ricorda l’Istituto superiore di sanità sul sito Epicentro – Dal 1968 la somministrazione è stata anticipata al primo anno di vita e il calendario vaccinale vigente prevede la somministrazione di tre dosi al terzo, quinto e dodicesimo mese di età. Una dose di richiamo (associata con le componenti contro la difterite e la pertosse – Dtap) viene eseguita nel sesto anno e un’altra a 14 anni (tetano, difterite a ridotto contenuto di anatossina e pertosse – Tdap)”.
“La somministrazione di tre dosi di vaccinazione antitetanica conferisce una protezione molto elevata, con un’efficacia superiore al 95%. La durata della protezione nel tempo è di almeno 10 anni ed è ulteriormente garantita dall’esecuzione dei richiami”, conclude l’Iss.
(Fonte: Adnkronos)