Parassiti intestinali per un bimbo
su quattro: i consigli degli esperti
Prurito intenso nella zona di slip o pannolino, diarrea e irrequietezza. Sono 500 milioni le persone nel mondo chiamate a fare i conti con l’ossiuriasi, infezione parassitaria intestinale che colpisce prevalentemente i bambini in età scolare e pre-scolare. Si stima, infatti, che un bambino su quattro contragga l’Enterobius vermicularis, parassita responsabile dei fastidiosi sintomi di questa infezione. Lo ricorda l’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (Waidid), che fornisce le indicazioni per riconoscere, prevenire e curare questa infezione.
Il prurito intenso, avvertito nella zona perianale soprattutto durante le ore notturne, è il sintomo principale che deve destare sospetto. Ad accompagnarlo, spesso, anche manifestazioni come dolore addominale, diarrea e irrequietezza. Nei casi più acuti, inoltre, possono comparire anemie, deficit di vitamina B12 e disturbi a livello uro-genitale. “I parassiti intestinali colpiscono soprattutto i bambini che, a volte a casa o più spesso all’asilo o a scuola, trascurano le regole basi dell’igiene come lavarsi le mani prima di mangiare e dopo essere andati in bagno – afferma Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Università di Parma e presidente Waidid – Oltre alla carenza di igiene, gli altri fattori di rischio da non sottovalutare sono i cibi poco cotti o crudi, in particolar modo le carni, oppure quelli non lavati in modo adeguato come spesso accade con frutta e verdura”.
“L’elevata contagiosità degli ossiuri, poi, compromette anche la salute dei genitori. Per questo, seguire alcuni precisi accorgimenti si rivela fondamentale per la prevenzione di questa infezione e per evitare il contagio una volta che un soggetto all’interno della famiglia, o comunque di un gruppo, sia stato infestato”. Se si ha il sospetto di ossiuriasi, è bene ispezionare la zona anale e perianale appena svegli: nelle prime ore del mattino, infatti, è possibile rilevare la presenza di piccoli filamenti bianchi in movimento (ossiuri femmine) che durante la notte, quando il nostro organismo è a riposo, depongono le uova.
Sono proprio i movimenti compiuti dalle femmine degli ossiuri a causare il prurito. Le larve nate dalla schiusa possono risalire fino al colon oppure, a seguito dello sfregamento dovuto dal prurito, passare alle mani e alla bocca. Il contagio, dunque, avviene per via oro-fecale. Nelle bambine, le larve di ossiuri possono inoltre raggiungere le parti intime provocando vaginiti. E’ utile osservare accuratamente anche le feci e la biancheria intima, in cui è possibile accertare la presenza di ossiuri. A confermare l’infezione, poi, è lo scotch test, un’indagine che si esegue applicando nastro adesivo sulla zona anale così da poter raccogliere, nell’eventualità, le uova incriminate, da depositare su un vetrino ed esaminare successivamente al microscopio. I campioni, almeno tre, devono essere raccolti al risveglio.
Una volta diagnosticata, l’infezione da ossiuri va curata attraverso la somministrazione di farmaci che sono in grado di eliminare i parassiti nella loro forma vitale, ma non le uova. Per questo motivo, è necessario somministrare due dosi, la prima delle quali al momento della diagnosi mentre la seconda dopo 2 settimane per poter eliminare le uova. Nonostante il trattamento, l’infezione da ossiuri può ripresentarsi, soprattutto se la seconda dose viene assunta in ritardo o se l’infezione è stata contratta da più persone all’interno di uno stesso gruppo. La condivisione di asciugamani, biancheria da letto, sanitari, ma anche dei giocattoli tra i più piccoli, aumenta in modo esponenziale il rischio di contagio. Ecco alcune semplici regole per prevenire l’infezione e il contagio:
1) Lavare accuratamente le mani prima di maneggiare il cibo;
2) Evitare di consumare carni poco cotte o pesce crudo;
3) Lavare accuratamente frutta e verdura prima del loro consumo;
4) Non lasciare cibi fuori dal frigo per più di 2 ore;
5) Lavare biancheria intima, lenzuola e asciugamani ad alte temperature (almeno a 60°) e separatamente da altri indumenti;
6) Igienizzare sanitari, banchi e tavoli da cucina;
7) Far sì che il bambino non avvicini i giocattoli alla propria bocca;
8) Far sì che compagni di asilo/scuola non utilizzino i giochi del proprio bambino nel periodo di infezione;
9) Far indossare al bambino mutandine in cotone durante tutto il periodo così da alleviare il prurito;
10) Applicare localmente una pomata che possa alleviare il prurito.
(Fonte: Adnkronos)