Sos contagio in un condominio
e gita-incubo, storie di soccorso
È un sabato sera di marzo, il marzo del coronavirus. In un piccolo paese della provincia bergamasca una donna muore in casa. Accanto ha la figlia sotto choc e una ragazzina, entrambe in isolamento perché il killer a domicilio si chiama Covid-19. La defunta è positiva e il rischio contagio allarma il condominio. Scatta l’Sos e a rispondere è una delle squadre di pronto intervento attivate dall’Ats di Bergamo. Quelle che raccontano sono “storie di dolore, di lutto non elaborato per funerali non celebrati, di fatica nel sostenere i più fragili, ma anche di generosità e di vicinanza”. Storie che fanno la differenza, per quel condominio messo in sicurezza in meno di 24 ore, come per tanti anziani salvati da una gita che si era trasformata in un incubo.
“In raccordo con l’Ufficio sindaci abbiamo assunto un ruolo di interfaccia diretta con il territorio e nel mio caso, in primis, con i sindaci degli ambiti di Dalmine, Treviglio, Romano di Lombardia e Isola Bergamasca – spiega Omar Rota, in prima linea nel distretto Ats Bergamo Ovest – Settantasette comuni in tutto, disponibilità 7 giorni su 7. Ogni giorno ci si fa carico dei bisogni che i sindaci sottopongono, cercando insieme agli amministratori locali le soluzioni più adeguate, in un quadro sociosanitario delicato, dove l’ascolto e la comprensione sono fattori determinanti”. Dall’Agenzia di tutela della salute riferiscono che “ormai le telefonate non si contano più”. Sofferenza e speranza si alternano in “giorni pesanti, frenetici, senza tregua”, in cui bisogna “mantenere la lucidità” mettendo da parte “sconforto e stanchezza”. E così “da oltre un mese non si molla, perché davvero nessuno deve sentirsi abbandonato”.
Quel sabato dell’emergenza condominio, ricorda Omar, “è il sindaco di un piccolo paese dell’Isola Bergamasca che, allarmato, mi segnala una situazione critica nel suo comune. Una situazione da governare con tatto e competenza, ma soprattutto in tempi rapidi”. Tra sabato sera e domenica Omar e il sindaco mettono in campo “una serie di azioni coordinate per assicurare il servizio di sorveglianza sanitaria”, provando a usare “tutto il tatto e la sensibilità necessari davanti al dramma di una vita umana che si è spenta improvvisamente”. In contemporanea forniscono informazioni ai condomini impauriti e dispongono una sanificazione straordinaria delle parti comuni del condominio per scongiurare il rischio di contagio. “Il tutto in meno di 24 ore e durante un weekend”, sottolinea l’Ats.
L’ex Asl segnala anche un’altra storia, che risale a fine inverno. E’ la stagione in cui, per tradizione, intere comitive di anziani raggiungono in pullman le località balneari da Bolgare, Casirate, Madone, Palosco e altri centri bergamaschi. Per qualche giorno si lasciano alle spalle il grigiore padano, destinazione mare. Questa volta “purtroppo hanno visto trasformarsi la loro tanto attesa vacanza in un vero e proprio incubo”, dice Omar. “Alcuni accusano sintomi severi di infezione da coronavirus”, urge riportarli indietro e così il referente della squadra di pronto intervento distretto Bergamo Ovest, le autorità di altre regioni (Liguria e Campania in particolare), i sindaci e la Protezione Civile si mettono insieme, attivano le procedure di rientro e assicurare agli anziani di ritorno la quarantena a domicilio. “Uno sforzo enorme e costante, non privo di difficoltà, che spesso si è protratto fino a tarda notte”. Per Omar “un esempio di come si può lavorare insieme per rispondere ai bisogni dei cittadini”.
(Fonte: Adnkronos)