Lo studio

“Promosse” le mascherine fatte in casa
Utili anche in caso di starnuti

di oggisalute | 23 settembre 2020 | pubblicato in Attualità
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Colorate, con immagini accattivanti o scritte evocative. Le mascherine fatte in casa, lavabili e riutilizzabili, si sono diffuse a macchia d’olio nell’emergenza Covid, ma quanto sono efficaci? Ebbene, la maggior parte “sta facendo un ottimo lavoro, anche quando starnutiamo”, secondo lo studio dei ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign pubblicato su ‘Extreme Mechanics Letters’.

Gli studiosi hanno esaminato l’efficacia dei tessuti usati per i dispositivi fatti in casa, e i risultati indicano che queste mascherine aiutano a combattere la diffusione di virus come quello di Covid-19, se abbinate al frequente lavaggio delle mani e al distanziamento fisico. Molti studi condotti finora si concentrano sul trasferimento di minuscole particelle di aerosol (potenzialmente contaminate), tuttavia i ricercatori spiegano che parlare, tossire e starnutire genera goccioline più grandi che trasportano particelle virali. Per questo motivo, l’ingegnere meccanico Taher Saif afferma che le conoscenze consolidate potrebbero non essere sufficienti per determinare l’efficacia di alcuni tessuti utilizzati per le mascherine fatte in casa. Inoltre una mascherina deve essere confortevole e traspirante perché venga poi davvero indossata, hanno detto i ricercatori.

“Se è realizzata con un tessuto a bassa traspirabilità non è solo scomoda, ma può anche causare perdite: l’aria espirata viene espulsa attorno ai contorni del viso, vanificando lo scopo della mascherina e fornendo un falso senso di protezione”, dice Saif. “Il nostro obiettivo è stato dimostrare che molti tessuti comuni sfruttano una sorta di compromesso tra traspirabilità ed efficienza nel bloccare le goccioline, grandi e piccole”.

Il team ha testato, grazie a un dispositivo con acqua distillata e particelle fluorescenti, la traspirabilità e la capacità di bloccare le goccioline di 11 tessuti domestici comuni, utilizzando una mascherina chirurgica come riferimento. I tessuti selezionati andavano da trapunte a lenzuola, a materiale per magliette e strofinacci. “Abbiamo scoperto che tutti i tessuti testati sono notevolmente efficaci nel bloccare le particelle simili a quelle che possono essere rilasciate parlando, tossendo e starnutendo, anche se c’è un unico strato”, riferisce Saif. “Con due o tre strati anche i tessuti più permeabili, come quello per le magliette, raggiungono un’efficienza” nel bloccare i droplet “simile a quella di una mascherina medica, pur mantenendo una traspirabilità paragonabile o migliore”, concludono gli autori.

(Fonte: Adnkronos)

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