Riconoscimenti

L’ascolto migliora le cure dei tumori,
premiati medici più empatici

di oggisalute | 2 dicembre 2020 | pubblicato in Attualità
medico di famiglia

Nelle donne colpite da tumore al seno, così come in tutti gli altri pazienti oncologici, accoglienza e ascolto migliorano il percorso di cura. Un’ampia letteratura scientifica ha dimostrato che quando il medico è capace di ascoltare, di farsi capire e comprendere, di avvicinarsi ai bisogni del malato, il paziente segue più volentieri le terapie, la sua qualità di vita migliora e anche la sopravvivenza aumenta. Secondo l’oncologo Umberto Veronesi, i pilastri della buona relazione di cura sono: accoglienza, chiarezza ed empatia. Ed è questo pensiero che Europa Donna Italia vuole promuovere tra i medici con il ‘Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico’, giunto alla quarta edizione, che anche quest’anno ha proclamato 4 specialisti che per ciascuna delle diverse categorie – radiologia, chirurgia, oncologia, radioterapia – hanno ricevuto il maggior numero di segnalazioni da parte delle pazienti.

Il riconoscimento infatti nasce proprio dalle pazienti con tumore al seno che in modo semplice, via web, possono segnalare i medici dei Centri di senologia multidisciplinari che hanno saputo trasmettere empatia, accoglienza e comprensione. Fondazione Msd supporta in modo incondizionato anche quest’anno il progetto e ne sposa la filosofia dell’attenzione alla persona nel percorso di cura. Il riconoscimento è inoltre supportato in modo incondizionato da Celgene, ora parte di Bristol Squibb Myers.

Quest’anno – riferisce una nota – sono state 5.013 le segnalazioni delle pazienti, con un incremento del 4% rispetto allo scorso anno. E i 4 specialisti che hanno totalizzato il maggior numero di segnalazioni sono stati: Daniele La Forgia, Irccs Istituto tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari (Radiologia); Valentina Territo, presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela, Asp Caltanissetta (Chirurgia); Stefania Guarino, Asur Marche Area Vasta 1 presidio ospedaliero di Urbino (Oncologia); Alessandra Huscher, Fondazione Poliambulanza Brescia (Radioterapia).

“La novità dell’edizione di quest’anno è che per la prima volta i coordinatori di 83 Breast Unit (su 189 totali, quindi quasi il 44% di tutte le Breast Unit italiane) hanno aderito alla diffusione dell’iniziativa presso le pazienti della propria struttura – dichiara Rosanna D’Antona, presidente Europa Donna Italia – Abbiamo infatti deciso di coinvolgerli proprio per sottolineare che l’umanizzazione della cura e, quindi, l’attenzione a una relazione medico-paziente di qualità deve essere sempre più parte integrante del percorso di diagnosi, cura e assistenza che caratterizza un Centro di senologia multidisciplinare e che la figura del ‘Laudato Medico’ va considerata appunto nel contesto dei criteri di qualità che contraddistinguono una Breast Unit”.

Quest’anno per la prima volta, causa l’emergenza coronavirus – informa la nota – la cerimonia di assegnazione si è svolta in diretta streaming con un incontro introdotto da un video saluto dell’attore Luca Argentero, protagonista della serie Tv di Rai1 ‘Doc, nelle tue mani’. “La partecipazione emotiva del medico alle vicissitudini di chi inciampa in un tumore è essenziale perché migliora il percorso di cura e l’aderenza al programma terapeutico che deve essere capito e condiviso dai pazienti – afferma Paolo Veronesi, presidente Fondazione Umberto Veronesi – Purtroppo non tutti i medici sono in grado di interagire in maniera empatica, vuoi per attitudine personale o per teorica mancanza di tempo vuoi anche per un atteggiamento sin troppo difensivo. Questo riconoscimento mira proprio a premiare gli aspetti empatici dei medici nei confronti delle pazienti, indipendentemente dalla bravura e dalle competenze”.

“Siamo orgogliosi – commenta Goffredo Freddi, direttore di Fondazione Msd – di essere ancora una volta insieme a Europa Donna in questo progetto ideato per celebrare quelli che sono per noi principi fondanti dell’agire quotidiano: l’attenzione alla persona, il valore del patient engagement e il potere della dimensione umana nella relazione di cura”.

(Fonte: Adnkronos)

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