Gli esperti: “L’onda lunga del disagio rimarrà come eredità pandemica”
Riaperture e clima di ripartenza ‘distendono’ anche i nervi degli italiani. Lo stress, ameno quello causato dal Covid, attanaglia il 27% degli italiani. Ma si tratta di un dato in calo, se si considera che a febbraio, mese in cui è stato più elevato nell’anno, si attestava al 58%. Sono i risultati dell’ultima rilevazione – effettuata tra il 7 e l’8 giugno – dello ‘stressometro’, l’indagine periodica dell’Ordine degli psicologi, realizzata dall’Istituto Piepoli attraverso 503 interviste a un campione rappresentativo della popolazione italiana. Lo anticipa all’Adnkronos Salute David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale Ordine degli psicologi (Cnop).
Considerando tutti i fattori di stress, comunque, l’emergenza coronavirus resta saldamente in testa alla classifica delle cause per gli italiani, seguita dalla condizione economica (19%), dalla situazione lavorativa (15%), da cause psico-relazionali (12%), dalla condizione di salute (10). In generale, addizionando le diverse cause anche personali, è il 58% degli italiani a sentirsi stressato.
“Gli italiani – commenta Lazzari – sono sicuramente meno stressati direttamente dal Covid. C’è meno paura legata alla pandemia. Ma c’è comunque una situazione di malessere molto importane e molto diffusa. Sta accadendo quello che noi immaginavamo, ovvero che con l’arrivo costante dei vaccini e la minore pressione della pandemia sarebbero emerse le altre situazioni di stress che si erano accumulate nel tempo. Stiamo vedendo, infatti, che crescono elementi come la preoccupazione per il lavoro e i problemi psico-relazionali”. I ‘vecchi’ fattori di stress, però, non solo riemergono, ma “sono amplificati dalla pandemia”.
Secondo Lazzari, nel post Covid ci sarà per questo: “Un’onda lunga di situazioni di disagio psicologico”.
“Abbiamo tante persone che hanno desiderio di socializzare, ma che hanno paura di uscire. Una recente indagine – rimarca il presidente Cnop – indica che 7 persone su 10 hanno difficoltà a stare insieme agli altri e a relazionarsi. Il senso di fragilità è rimasto”.
(Fonte: Adnkronos)