Dati allarmanti su giovani e sessualità: sempre meno usano il preservativo
Anche quest’anno Durex ha realizzato, in collaborazione con Skuola.net, l’Osservatorio Educazione Sessuale: un’indagine statistica, svolta su un campione di oltre 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni, che ha permesso di indagare il rapporto dei preadolescenti e degli adolescenti con la sessualità e l’affettività. I primi dati dello studio che sarà presentato il prossimo ottobre sono allarmanti. Emerge un utilizzo ancora molto scarso del preservativo (49%), in ulteriore calo rispetto agli anni precedenti (2018, 57%; 2019, 53%), e con un dato ancor più basso se si prendono a campione i giovani compresi tra i 19 e i 24 anni (44%), verso i quali si rivolge l’iniziativa del Mese della Salute Sessuale.
A margine della presentazione di “Sextember – Il Mese della Salute Sessuale”, Laura Savarese, Regulatory Affairs Director Southern Europe Reckitt, spiega: “Durex da sempre è impegnato in programmi di educazione e di formazione. Siamo un brand molto vicino ai giovani per questo sentiamo fortemente la responsabilità di portare contenuti di educazione sia attraverso i nostri canali social con tono scanzonato, a volte un po’ irriverente, ma sempre volto a promuovere la cultura della consapevolezza, sia anche inserendoci in un contesto più formale e istituzionale sperando di poter adeguare l’Italia al resto dei paesi europei portando interventi di educazione affettiva e sessuale nel curriculum di studi ministeriale”.
Qualcosa anche in Italia inizia a muoversi, ma ci sono altri traguardi da raggiungere: “Le istituzioni già stanno facendo molto, un esempio è la nuova legge che l’anno scorso ha liberato la comunicazione sui preservativi in Italia, riconoscendola come uno strumento prezioso per diffondere una cultura di consapevolezza e di prevenzione in ambito sessuale – prosegue Savarese -. Noi ci auguriamo di poter associare la potenza comunicativa del nostro brand a interventi di formazione ed educazione che vengano condotti anche dalle istituzioni, in partnership, per poter ottenere un risultato sinergico. Speriamo anche che le istituzioni possano continuare a lavorare per poter rendere obbligatori i corsi di educazione affettiva e sessuale come già avviene in quasi tutti gli altri Paesi europei e che contribuiscano a rinforzare, oltre al ruolo della scuola, anche il ruolo della famiglia. È importante che i genitori – conclude – abbiano gli strumenti adatti per supportare i figli nell’acquisire piena consapevolezza della necessità di ottenere uno stato di salute sessuale positivo ma anche una prevenzione dai rischi e dal contagio”.
(Fonte: Adnkronos)